Attesa o pretesa?
Lunedì, III Settimana di Quaresima
2Re 5,1-15 Sal 41 Lc 4,24-30
Gesù affronta senza recriminazioni le ostilità dei suoi concittadini: anzi, continua a convincere, a spiegare, ad annunciare la verità, sperando fino alla fine che qualcuno la accolga. E cita due brevi storie: la vicenda della vedova di Sarepta e la guarigione di Naaman. Sono due stranieri che, durante un delicato momento della loro vita, incontrano un profeta sconosciuto, inviato da Dio: non hanno nulla da perdere e, combattendo contro le proprie perplessità, compiono un atto umile di fiducia e di disponibilità, si lasciano condurre docilmente verso il bene e la vita.
Chi conta troppo sulle proprie sicurezze e cova nel cuore l’atteggiamento della pretesa, non può capire, né cambiare, tanto meno vedere l’opera di Dio nella propria vita.
Padre buono, pur nelle nostre incertezze, donaci un cuore semplice, capace di abbandono confidente e di paziente attesa: allora potremo gioire delle meraviglie inaspettate che Tu vai compiendo nella nostra vita.
Dalla Vita Prima di Tommaso da Celano [FF 367]
Ed essi, ricevendo con gaudio e letizia grande il precetto della santa obbedienza, si prostravano davanti al beato padre, che abbracciandoli con tenerezza e devozione diceva ad ognuno: “Riponi la tua fiducia nel Signore ed Egli avrà cura di te”(Sal 54). Era la frase che ripeteva ogni volta che mandava qualche frate ad eseguire l’obbedienza.
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