Il segno dell’umiltà
Mercoledì I Settimana di Quaresima
Gio 3,1-10 Sal 50 Lc 11,29-32
Il segno è qualcosa di “piccolo”, di semplice e immediato, che rimanda a qualcos’altro. I contemporanei di Gesù gli chiedono qualcosa di prodigioso, di eclatante che riveli la sua potenza. È facile vedere in questa richiesta la stessa mentalità del tentatore: “trasformare le pietre in pane”, questo era il genere di segno che si aspettavano le folle. E può capitare anche a noi di chiedere, per noi o per altri: “Signore, fa qualcosa perché possiamo credere”. E Gesù ci risponde fissando l’attenzione su Lui stesso! Dio è così grande e buono da non averci mandato “un segno” della sua presenza, ma da essere venuto di persona. In Gesù non c’è qualcosa di piccolo che possiamo comprendere e “possedere”, che ci rimanda a un’altra realtà; Gesù è la realtà stessa, la presenza stessa di Dio che siamo invitati ad accogliere!
Fermiamoci a contemplare l’umiltà di Dio! E chiediamo di imparare a comprendere sempre più in profondità il “segno” dell’incarnazione, predicazione, passione, morte e risurrezione di Gesù.
Dalla Lettera a tutto l’Ordine [FF 221]
Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, e aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché tutti vi accolga Colui che tutto a voi si offre.
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