Parola che genera vita
Martedì, III Settimana Tempo Ordinario
2Sam 6,12-15.17-19 Sal23 Mc 3,31-35
“Ecco il figlio mio, l’amato, ascoltatelo”. Così inizia la “presentazione” che il Padre fa di Gesù, e il Vangelo di oggi ci dice che possiamo diventare suoi parenti stretti: chi sta seduto intorno a Lui per ascoltarlo diviene suo fratello e madre. Al discepolo è chiesto un ascolto attento della Parola che lo porta a fare la volontà di Dio. Questa inizia proprio da qui, dall’ascoltare il figlio Gesù! L’ascolto è ciò che genera, è ciò che rende feconda la vita del discepolo. Spesso cerchiamo di capovolgere il senso del nostro essere discepoli … invece di ascoltare la sua voce, vogliamo soprattutto che Lui ascolti i nostri bisogni; invece di aderire al Vangelo, cerchiamo di adattarlo alle nostre esigenze.
Stiamo con il Signore, ascoltiamolo, conosciamolo e saremo così resi capaci di generare e mettere in pratica, non per nostra bravura, ma per Colui che per Amore ci dona la Parola creatrice. In questo cammino abbiamo un modello da seguire, Maria, colei che ci insegna ad ascoltare e mettere in pratica, a portare umilmente la presenza del Signore nella imprescindibile quotidianità che ci è data di vivere.
Signore Gesù, donaci l’umiltà e la semplicità di cuore.
Dalla Leggenda Maggiore di San Bonaventura [FF 1188]
Una volta i frati gli chiesero se aveva piacere che le persone istruite, entrate nell’Ordine, si applicassero allo studio della Scrittura; ed egli rispose: “Ne ho piacere, sì; purché, però, sull’esempio di Cristo, di cui si legge non tanto che ha studiato quanto che ha pregato, non trascurino di dedicarsi all’orazione e purché studino non tanto per sapere come devono parlare, quanto per mettere in pratica le cose apprese, e, solo quando le hanno messe in pratica, le propongano agli altri. Voglio che i miei frati siano discepoli del Vangelo e progrediscano nella conoscenza della verità, in modo tale da crescere contemporaneamente nella purezza della semplicità. Così non disgiungeranno la semplicità della colomba dalla prudenza del serpente, che il Maestro insuperabile ha congiunto con la sua parola benedetta ”.
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