Gli Scritti di santa Chiara d’Assisi. Introduzione
Anche quest’anno ci ritroviamo in questo nostro “spazio-francescano”; sì, perché non si può parlare di Francesco, o francescanesimo, senza incontrarci con Chiara, la “piccola pianta del beatissimo padre Francesco”, come lei era solita definirsi, lei che lo aveva seguito da vicino, ne aveva assimilato lo spirito, quello vero, quello puro, lei che l’aveva conservato anche quando questo si andava perdendo o modificando.
Chiara d’Assisi è certamente una delle grandi donne che nel Medioevo hanno lasciato, oltre all’esempio di un’esperienza spirituale e mistica vissuta, un alto messaggio scritto di questa loro esperienza. Le sue nobili origini le hanno dato la possibilità di saper leggere e scrivere, occasione non così rara, come erroneamente si è soliti pensare, per una donna benestante di quell’epoca. Le fonti biografiche, la Leggenda di santa Chiara, il Processo di canonizzazione con le dirette testimonianze delle primissime sorelle, ci consentono di avere molte informazioni circa la sua vita, ma è solo mettendo al centro i suoi scritti che Chiara appare in tutta la sua completezza. In essi risplende la sua vita interiore, il rapporto personale, intimo, sponsale con Cristo, il legame inscindibile con Francesco, “l’unico dopo Dio”, una sequela del Signore inseparabile dalla vita con le sorelle e il tutto all’insegna dell’altissima povertà.
Chiara ci lascia una Forma di vita, una Regola, per intenderci, approvata da papa Innocenzo IV il 9 agosto 1253 ad Assisi due giorni prima della sua morte. L’originale si trova nel Protomonastero di Santa Chiara in Assisi. Quella di Chiara vanta di essere la prima Regola per donne scritta da una donna; solitamente erano uomini: padri spirituali, fondatori e ideatori di ordini o movimenti religiosi che si prendevano la briga di scrivere Regole di vita per donne che intraprendevano una via religiosa. Da Chiara riceviamo anche un Testamento dettato probabilmente da lei stessa poco prima della morte a frate Leone. Questo meraviglioso testo ci pone di fronte a una donna che, al termine del suo pellegrinaggio terreno, guarda serenamente al cammino percorso, ricorda il primo sì detto al Signore e rende grazie per quanto ricevuto. Un ulteriore e bellissimo scritto che Chiara ci consegna è la Benedizione rivolta a tutte le sorelle; questo breve testo si basa sulla benedizione di Nm 6, 24-26. Inoltre ci rimangono le quattro Lettere che Chiara invia ad Agnese di Boemia. È quanto resta del rapporto epistolare che, tra il 1234 e il 1253, Chiara tenne con la fondatrice di stirpe regale del monastero di Praga. In queste lettere palpita il cuore di Chiara, il cuore di una donna innamorata di Cristo, lo stupore per la povertà del Figlio di Dio e il desiderio di volerlo seguire fino alla fine. Ma palpita anche il cuore di Agnese, figlia del re di Boemia che matura la coraggiosa scelta di rifiutare le nozze con Federico II per seguire il Signore in povertà abbracciando la forma di vita iniziata a San Damiano da Chiara. La prima Lettera risale al 1234-1235, quasi subito dopo l’entrata di Agnese nel monastero, la seconda fu scritta durante il generalato di Frate Elia (1232-1239), la terza è del 1238, la quarta è scritta dopo quindici anni, presumibilmente risale agli ultimi mesi della vita di Chiara, è infatti una sorta di lettera di addio. Sfogliando le Fonti Francescane ci s’imbatte in un’altra Lettera di Chiara desinata ad Ermentrude di Bruges, gli studiosi dicono essere di dubbia autenticità, è comunque una testimonianza della straordinaria forza di irradiazione che si sprigionava dall’esperienza di Chiara e delle sue sorelle povere recluse in San Damiano.
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