Mc 5,1-20

Cambiamenti

Lunedì, IV Settimana  Tempo Ordinario
2Sam 15,13-14.30;16,5-13    Sal 3    Mc 5,1-20

“Videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente … ed ebbero paura”. E’ strano che la gente di Gerasa abbia paura ora, e non prima, quando l’indemoniato, girando tra le tombe, spezzava le catene, gridava e si percuoteva con le pietre.
Spesso abbiamo paura dei cambiamenti, anche se sappiamo che sono necessari e liberanti: temiamo di perdere qualcosa a cui siamo abituati, anche se fa male a noi e agli altri. Poi c’è la preoccupazione di perdere qualche bene posseduto che ci rassicura e ci interessa, come per esempio duemila porci che spariscono nel mare (v.13)! A volte sono gli interessi e le preoccupazioni a rendere il cuore indifferente a tante realtà di sofferenza, di male, di isolamento. Gesù ci chiede la disponibilità a perdere qualcosa, a cambiare, ad essere docili alle trasformazioni che fanno bene a noi stessi e agli altri; anzi, lo esige con forza, lo comanda con autorità, come davanti allo spirito impuro di Cafarnao, a cui impone con fermezza: “taci, esci da lui!” (1,25).
E’ necessaria una “benefica” paura davanti a quel male che si aggira dentro e fuori di noi, mentre dobbiamo rallegrarci con gratitudine davanti a Dio che ci vuole liberi e felici.

Signore, ti benediciamo e ti rendiamo grazie, perché vuoi restituirci la nostra bellezza originaria, che è dignità e libertà profonda.

Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1116]
Francesco aveva in orrore la superbia, origine di tutti i mali […] Una volta gli fu presentato un frate che aveva trasgredito i comandi dell’obbedienza […] Così comandò di togliergli il cappuccio e di gettarlo tra le fiamme, perché tutti potessero osservare quanta e quale vendetta esige la trasgressione contro l’obbedienza. E dopo che il cappuccio era rimasto un bel pezzo nel fuoco, ordinò di levarlo dalle fiamme e di ridarlo al frate, umile e pentito. Meraviglia: il cappuccio non aveva alcun segno di bruciatura! […] Quanto è degna di essere imitata l’umiltà di Francesco, che anche sulla terra gli procurò una dignità così grande da piegare Dio ai suoi desideri, da trasformare completamente il cuore dell’uomo, da scacciare con un solo comando la protervia dei demoni e da frenare con un solo cenno la voracità delle fiamme.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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