Venerdì I Settimana del Tempo ordinario
1Sam 8,4-7.10-22 Sal 88 Mc 2,1-12
Ci soffermiamo ad ascoltare e lasciar risuonare in noi la Parola di Gesù: “Figlio, ti sono perdonati i peccati”. La guarigione non è, per il Maestro di Nazareth, la cosa più importante e in qualche modo autonoma, ma è come a servizio della Sua Parola che perdona. La preoccupazione fondamentale di Gesù infatti, non è la guarigione, ma il perdono. Gesù, infatti, è il volto della misericordia senza misura del Padre. La meraviglia della parola di oggi viene da Gesù che dona il perdono ed è presenza del Padre.
Il peccato ci svilisce, non dice la nostra vera identità, ci incastra su una barella. La Parola ci invita oggi ancora a scegliere Gesù come nostro unico re e chiedergli con fede semplice il dono del perdono; a cercarlo insieme con quella stessa tenacia e forza che ha portato a calare la barella davanti a Gesù.
Donaci, Signore Gesù, di cercare il tuo perdono perché possiamo perdonare.
Dalla Lettera a un ministro (FF 235)
E in questo voglio conoscere se tu ami il Signore ed ami me suo servo e tuo, se ti diporterai in questa maniera, e cioè: che non ci sia alcun frate al mondo, che abbia peccato, quanto è possibile peccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono, se egli lo chiede; e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attrarlo al Signore; ed abbi sempre misericordia per tali fratelli.
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