sguardi francescani – sguardi giovani – sguardi nuovi#7 Al bar

Beati invece i vostri occhi perché vedono! [Mt 13,16]

Lo sguardo di Francesco sul mondo è sempre semplicemente “poetico”;
sembra umilmente rifare il reale,
come un bambino quando dà il primo nome alle cose.
Francesco inventa la poesia come nuova «lingua dei fratelli».
                                                                  [BB Francescana, pag. 23]

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Mi sa che questo tramezzino è un po’ andato…
Dovremo deciderci a cambiare bar:
da quando non c’è più Elisa dietro al bancone, è tutto un po’ approssimativo…

È seduto al solito bar, lungo il Corso pedonale.
Si ritrovano lì per la pausa pranzo, da molto tempo ormai.
Li aspetta. Lui è sempre il primo ad arrivare.

E pensare che è sparita da un giorno all’altro…
come la mia collega, quella del marketing,
neanche il tfr si è venuta a prendere: andata a vivere in Costa Rica, dicono.
“Cercava vita esotica”, dicono loro. Chissà cosa cerca veramente…

Mentre attende segue con lo sguardo la gente
che cammina 
a pochi metri dal suo tavolino,
chi si affretta telefonando, chi passeggia ridendo con un’amica,
chi barcolla lungo una via che neanche lui sa qual è.

Gianni è seduto anche oggi sui suoi cartoni, dietro al porticato,
anche oggi è “Cieco con tre figli piccoli”, come ieri:
deve aver perso l’altro cartello, quello che dichiara un perentorio “Ho fame!”.
Però adesso chiacchiera con il ragazzo degli accendini,
ridono persino: fraternità obbligata, quella della strada,
dove anche un sinti e un congolese possono parlarsi, capirsi, ridere.

“Wè, eccomi qua! Che corsa…”

Anna butta la borsa sulla sedia accanto, e sprofonda dentro il suo giubbotto.

“Dove sono gli altri?”, ancora ansimando.
“Oh, sai dov’è che vado stasera?”.

Me lo chiede con gli occhi illuminati… Deve essere qualcosa di importante:
non ha nemmeno aspettato di sapere che gli altri sono incastrati in ufficio,
almeno per un’altra ora, dopo che tutte quelle pratiche sono andate al macero.

Mi butta addosso il suo fiume di parole, sul suo maestro di yoga,
sul benessere, sulle tisane a non so quale erba che
“davvero è incredibile che tu non conosca”,
e poi sul suo fare gli straordinari al lavoro per pagarsi il viaggio in Thailandia,
dove “lì sì che c’è il vero buddismo, no come quelli che vanno in Tibet!”.

Io ascolto.
Ok, lo ammetto: a tratti cerco di dare l’impressione di uno che ascolta.
Intanto dietro le sue spalle vedo le espressioni di tanta gente
che incrocia l’odore acre di Gianni, e del suo fido Ardo,
accovacciato ai suoi piedi, malinconico e sereno insieme.

Ad un certo punto Anna si ferma, e fissa il suo collega, tutta gasata.

“Oh, ma hai capito che roba incredibile?”.

Facciamo così fatica ad essere normali…

Non so perché le ho risposto così, mi è uscita ‘sta frase.
Lei ora mi guarda fra lo stupito e l’indignato.
E io non posso non pensare a quella suora, tutta piegata dall’età
che in chiesa, ieri sera, cantava il Magnificat con un filo di voce,
tanto fragile quanto forte, tanto triste quanto serena:

«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore…» [cfr. Lc 1,46-48].

Sì, Lui sì che “ha guardato l’umiltà della sua serva!”.

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( … Leggi l’ Introduzione agli Sguardi … )

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ARTICOLO DI: Giovani Frati

“Siamo un gruppo di 23 GIOVANI FRATI Francescani Conventuali impegnati nella formazione iniziale, fra lo studio della teologia e le prime esperienze missionarie (in parrocchia, nella Basilica di s. Antonio, in ospedale, in carcere, e in altre realtà sociali). Abbiamo dai 22 ai 47 anni e arriviamo da diverse zone dell’Italia (Triveneto, Emilia-Romagna, Lombardia…), dell’Europa (Francia, Malta, San Marino, Romania, Ungheria) e del Mondo (Ghana, Burundi e Indonesia) e viviamo nel Convento Sant'Antonio Dottore, in via San Massimo, a Padova.”

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