Domenica 10 dicembre 2017, IIª DI AVVENTO
Dal Vangelo
Marco 1,1-8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Dalle Fonti
Lettera al Capitolo e a tutti i frati 43-47: FF 224-225
E poiché, chi viene da Dio ascolta le parole di Dio (Gv 8,47), noi perciò, che siamo deputati ai divini uffici, in modo tutto speciale, dovremmo non solo udire e compiere quello che dice Dio, anzi di più, dovremmo, per radicare in noi l’altezza del nostro Creatore e in Lui la nostra obbedienza, custodire i vasi sacri e i libri liturgici che contengono le sue sante parole. Ammonisco, perciò, tutti i miei frati e in Cristo li conforto perché, ovunque troveranno le divine parole scritte, come possono, le venerino e, per quanto spetti ad essi, se non sono ben custodite o giacciono sconvenientemente, disperse in qualche luogo, le raccolgano e le custodiscano onorando nella sua parola il Signore che ha parlato. Molte cose, infatti, sono santificate mediante le parole di Dio (1Tm 4,5), e in virtù delle parole di Cristo si celebra il sacramento dell’altare.
Alla vita
Voce e ascolto sono le due dimensioni sulle quali è richiamata, oggi, la nostra attenzione dal Vangelo e dalle Fonti. Voce è Giovanni, il messaggero che riempie di attesa i deserti, che ricorda all’uomo la possibilità di aprire strade anche là dove la sabbia uniforme pare non lasciar cogliere direzione, perché il Regno del Signore non sorge dal nulla, ma esige uomini e donne che si impegnino a costruirlo, convertendosi, raddrizzando i sentieri devianti ogni giorno. C’è poi un ascolto che rigenera, che fa muovere, che dà vita sempre nuova alle parole. È l’ascolto di quelli che sanno immergersi nella Parola e riaffiorare da Essa con il cuore cambiato, di quelli che non si accontentano di presenziare ai riti, agli uffici divini, ma continuano a celebrare il Signore negli spazi quotidiani dell’esistenza. E allora si fanno essi stessi voce, eco della buona notizia di Dio.
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