Docile allo Spirito
Martedì, I giorno fra l’ottava di Natale
At 6,8-12;7,54-60 Sal 30 Mt 10,17-22
Santo Stefano martire, Festa
Le virtù eroiche che comprendiamo di un martire sono quelle del sacrificio, della disponibilità, dei miracoli che compie, del coraggio di morire per la fede … poi, nell’approfondirne la spiritualità, scopriamo tanti aspetti, magari più nascosti, nei quali possiamo contemplare la fecondità della relazione con il Signore che lo caratterizza come fedele e che dà senso alla sua missione. Oggi, davanti a Santo Stefano e al dono della sua vita, sappiamo che ha servito la Chiesa, che ha fatto segni, prodigi, che si è lasciato lapidare in nome di Gesù perdendo la propria vita. Dagli Atti degli Apostoli comprendiamo anche alcuni suoi aspetti spirituali: la grazia e la potenza di Dio che hanno trovato nella sua umanità un terreno fertile dove agire, la docilità e la capacità di affidarsi al Signore, il perdono dato e chiesto per i suoi nemici. Tutto questo è la fecondità di Santo Stefano donata al mondo intero! Si è lasciato guidare dallo Spirito di Dio, come ci insegna il Vangelo, si è lasciato plasmare dalla presenza e dall’amore del suo Gesù.
In questo tempo di Natale, chiediamo con insistenza la Grazia di aprire gli occhi e lasciarci convertire da fatti di Vangelo, da fatti di vita dove il Signore si fa presente in mezzo a noi!
Dalla Leggenda Maggiore di S. Bonaventura (FF 1176)
Francesco, il servo di Cristo, vivendo nel corpo, si sentiva in esilio dal Signore e, mentre ormai all’esterno era diventato totalmente insensibile, per amore di Cristo, ai desideri della terra, si sforzava, pregando senza interruzione, di mantenere lo spirito alla presenza di Dio, per non rimanere privo delle consolazioni del Diletto. La preghiera era la sua consolazione, quando si dava alla contemplazione, e quasi fosse ormai un cittadino del cielo e un concittadino degli Angeli, con desiderio ardente ricercava il Diletto, da cui lo separava soltanto il muro del corpo.
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