Domenica 6 agosto 2017, TRASFIGURAZIONE DEL SIGNORE
Dal Vangelo
Matteo 17,1-9
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo ». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Dalle Fonti
2 Celano 8-9: FF 590-591
Spesso, anche ai sacerdoti poverelli donava arredi sacri e rendeva a tutti, pur di infimo grado, il debito onore (Cfr Rm 13,7). Ed è chiaro: aderendo in modo totale alla fede cattolica e destinato ad assumere la missione apostolica, fu, sin dal principio, pieno di riverenza per i ministeri sacri e i ministri di Dio. Così facendo, Francesco, benché ancora in abito secolare, aveva già un animo religioso. Lasciava i luoghi pubblici e frequentati, desideroso della solitudine, e qui, spessissimo era ammaestrato dalla visita dello Spirito Santo. Era infatti strappato via e attratto da quella sovrana dolcezza che lo pervase fin da principio in un modo così pieno, da non lasciarlo più finché visse.
Alla vita
Davanti alla trasfigurazione di Gesù Pietro esclama: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne». È come se Pietro volesse fermare quel momento di “beatitudine” che fa dimenticare le parole dure che Gesù aveva pronunciato sei giorni prima e che parlavano di croce, di passione, di morte. Capita anche a noi, quando siamo in piacevole compagnia di Dio o anche di persone care, di voler fermare il tempo, ma naturalmente non ci è concesso…. Possiamo solo fermare quegli attimi nella nostra mente e nel nostro cuore e sappiamo quanto bene ci fa il ricordarli nei momenti di aridità spirituale o quando la vita si fa più faticosa. Dalla nube, segno della presenza di Dio, una voce dice: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». Rimane solo Gesù, è Lui che va ascoltato! E ascoltare significa fidarsi, seguirlo. Ecco allora che occorre scendere dal monte e riprendere il viaggio verso Gerusalemme accanto a Gesù.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.