Domenica 9 luglio 2017, XIVª TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Matteo 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Dalle Fonti
Bolla di canonizzazione di santa Chiara, 9-10: FF 3289-3292
Infine, essendosi portata per intervento dello stesso beato Francesco presso la chiesa di San Damiano, fuori della città di Assisi, nella quale terra aveva avuto i natali, lì il Signore, desiderando amore e culto assiduo del suo nome, le associò molte compagne. Da qui, invero, trasse salutare origine l’insigne e santo Ordine di San Damiano, già ampiamente diffuso per il mondo. Qui Chiara, per esortazione dello stesso beato Francesco, diede principio a questa nuova e santa osservanza; ella fu il primo e stabile fondamento di questo grande Ordine; fu la pietra angolare di questo sublime edificio. Nobile di sangue, ma più nobile per la sua vita, conservò sotto questa regola di meravigliosa santità, la verginità, che già prima aveva custodita. In seguito anche sua madre, di nome Ortolana, tutta dedita ad opere di pietà, seguendo i passi della figlia, abbracciò devotamente in quest’Ordine la vita religiosa: nel quale, appunto, questa ottima ortolana, che aveva generato tale pianta nel campo del Signore, chiuse felicemente i suoi giorni.
Alla vita
Gesù ci invita ad andare da Lui e ci promette il ristoro per le nostre vite stanche, affaticate da vari problemi, da relazioni difficili, da incomprensioni. Siamo invitati a prendere su di noi il Suo giogo, cioè il giogo dell’amore, non quello egoistico, ma quello che si impara da Lui, caratterizzato da mitezza e umiltà, che vuole il bene dell’altro. Gesù non è una dottrina da accettare, ma è Colui che chiede di essere accolto per poterci donare la Sua stessa capacità di amare. Siamo disposti a imparare ad amare fino in fondo come Lui, sapendo che questo comporta anche il passaggio per la croce?
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