Giovani frati fuori dal recinto – testimonianze #2

Giovani frati fuori dal recinto – testimonianze #2

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Ero come tutti gli adolescenti: “io sono il centro del mondo”. Sì, tutto ruotava intorno a me, tutti dovevano essere a mia disposizione, lì ad applaudirmi. Per confermare questa cosa non facevo altro che cercare approvazione, mendicare affetto, conquistare l’attenzione. Poi, qualche volta, mi accorgevo che forse chi mi stava intorno aveva anche qualche altro interesse oltre a me, e allora era depressione, buio. Questo era il mio recinto, questo è ogni mattina il mio recinto, il nostro recinto, perché tutti ci portiamo sempre dentro un adolescente che scalpita.

«Chi entra nel recinto delle pecore dalla porta è pastore delle pecore. Egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori» [cfr. Gv 10,1-3].

È successo all’improvviso: mi sono trovato davanti due occhi che mi guardavano come nessun altro mai aveva fatto. Mi dicevano: “Io voglio stare con te. Non m’interessa di ciò che hai fatto o non fatto, dei tuoi meriti o difetti, nemmeno di ciò che prometti di fare o essere in futuro. Ti voglio bene per ciò che sei. Io voglio solo stare con te”. Piangere a dirotto sotto quello sguardo è stato un attimo: qualcuno, per la prima volta, aveva trovato la porta del mio recinto, l’aveva socchiusa, e l’aria fresca, nuova, che cominciava ad entrare mi bruciava gli occhi dalla gioia.

«E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti ad esse» [cfr. Gv 10,4].

Mi ha spinto fuori, mi ha insegnato a guardare il mondo in maniera diversa, un mondo in cui mio fratello, ogni fratello, può essere per me “il centro del mondo”, e io posso mettermi a disposizione, a servizio. Sì, c’ha messo qualche anno a spingermi fuori, in qualche passaggio lo ha dovuto fare anche con vigore, fermezza, forza.

«Io sono la porta: chi uscirà attraverso di me, troverà pascolo. Sono venuto perché abbiano la vita in abbondanza» [cfr. Gv 10,9-10].

Dentro al recinto, in cui tutte le mattine mi sveglio, l’erba finisce presto e sa di stantio. La fatica di guardare verso di lui, la mia porta, uscire incontro all’altro, provare a mettermi a servizio, questa fatica equivale sempre ad erba fresca, a pascoli rigogliosi, a vita in abbondanza.

Signore, spingici sempre fuori, metti mio fratello al centro del mio interesse, e sarà vita in crescita, sempre di più, per tutti.

fr. Nico

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ARTICOLO DI: Giovani Frati

“Siamo un gruppo di 23 GIOVANI FRATI Francescani Conventuali impegnati nella formazione iniziale, fra lo studio della teologia e le prime esperienze missionarie (in parrocchia, nella Basilica di s. Antonio, in ospedale, in carcere, e in altre realtà sociali). Abbiamo dai 22 ai 47 anni e arriviamo da diverse zone dell’Italia (Triveneto, Emilia-Romagna, Lombardia…), dell’Europa (Francia, Malta, San Marino, Romania, Ungheria) e del Mondo (Ghana, Burundi e Indonesia) e viviamo nel Convento Sant'Antonio Dottore, in via San Massimo, a Padova.”

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