sguardi francescani – sguardi giovani – sguardi nuovi#2 Andando al lavoro
Beati invece i vostri occhi perché vedono! [Mt 13,16]
Lo sguardo di Francesco sul mondo è sempre semplicemente “poetico”;
sembra umilmente rifare il reale,
come un bambino quando dà il primo nome alle cose.
Francesco inventa la poesia come nuova «lingua dei fratelli».
[BB Francescana, pag. 23]
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Anche stamattina sveglio dall’alba.
Comincio ad abituarmi al rumore di questo tram nel silenzio del mattino.
Questa città non è mai così calma come alle 5 e mezzo.
Benedetta questa calma, e benedetto pure l’autista, con il suo tazzone di caffè di plastica.
È sempre così serio, pare che il mondo finisca un metro oltre le rotaie: le fissa tutto il tempo.
Il tram sfreccia nel mattino silenzioso della città.
Dormono quasi tutti ora. Perfino whatsapp sta tranquillo.
Fra 5 ore, quando finirò il turno al bar, sarà intasato di notifiche…
Ma intanto mi godo tutta questa pace. Benedetta questa pace.
Un altro ragazzo sale, mezzo addormentato, cuffiette alle orecchie, si siede.
Toh, anche oggi Alex ha lezione a Verona; chissà se alla fine l’ha passato Analisi 2.
La musica metal si sente fin qua. Ha bisogno di pace anche lui.
Sii tu benedetto Alex, che neanche lo sai quanta vita ti scorre accanto.
Fuori dal finestrino, uno spazzino lavora in queste prime luci dell’alba.
Mauro anche stamattina continua a tormentare quelle stesse tre foglie.
Lo vedo ogni volta, sguardo basso; non lo sente nemmeno il tram che gli passa accanto.
Gli mancano solo 3 mesi di “servizi socialmente utili”.
Ne ha già fatti 6 da quando gli hanno trovato quel sacchetto di erba in tasca.
E pensare che non era neanche sua. Benedetto anche te, fratello: tieni duro!
Ora si scende, arrivati al lavoro.
Ecco la vetrina del bar. Tiziana è in ritardo anche stamattina.
Speriamo che stanotte il bimbo l’abbia lasciata dormire un po’,
che già c’ha l’ansia di lasciarlo sempre alla coinquilina…
Mi sa che tornerà a sorridere solo quando potrà portarselo qua al lavoro, a stare con noi.
Benedetto il suo sorriso, anche se sempre mezzo storto di malinconia, ma vero, di cuore.
Nell’attesa, una sigaretta. Qualche metro più in là un barbone disteso fra cartoni e stracci.
Stamattina perfino Piero si è svegliato prima di tutti.
Ieri quando pretendeva un caffè al bancone, il suo solito alito alcolico mi ha atterrato.
Non meno dello sguardo schifato di quell’impiegato con la cravatta.
Non ha neanche voluto il resto.
Adesso mi guarda in silenzio, con occhi fissi. Istintivamente cerco di staccare lo sguardo.
Ma in questa piazza deserta ora siamo soli; solo lui davanti ai miei occhi.
«E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno,
se non Gesù solo, con loro» [Mc 9,8].
Gli passa la sigaretta. Piero la prende e fa qualche tiro, in silenzio, sguardo fisso.
Un sorriso mi appare sulle labbra. Ora sorride anche lui.
«Tocca anche a noi, poveri, la nostra parte di ricchezza» [Montale, I limoni].
Tocca anche a noi due, qui, adesso.
Oggi sia benedetto.
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