Domenica 21 maggio 2017, VIª DI PASQUA
Dal Vangelo
Giovanni 14,15-21
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Dalle Fonti
Leggenda Maggiore XIII,4: FF 1227
Vedeva, il servo di Cristo, che le stimmate impresse in forma così palese non potevano restare nascoste ai compagni più intimi; temeva, nondimeno, di mettere in pubblico il segreto (Tb 12,7) del Signore ed era combattuto da un grande dubbio: dire quanto aveva visto o tacere? Chiamò, pertanto, alcuni dei frati e, parlando in termini generali, espose loro il dubbio e chiese consiglio. Uno dei frati, Illuminato, di nome e di grazia, intuì che il Santo aveva avuto una visione straordinaria, per il fatto che sembrava tanto stupefatto, e gli disse: «Fratello, sappi che qualche volta i segreti divini ti vengono rivelati non solo per te, ma anche per gli altri. Ci sono, dunque, buone ragioni per temere che, se tieni celato quanto hai ricevuto a giovamento di tutti, venga giudicato colpevole di aver nascosto il talento» (Cfr Mt 25,25).
Alla vita
Potremmo dire che, dopo i momenti di smarrimento della Passione, la titubanza e la fatica nel credere alle manifestazioni del Risorto, la paura che dominava il cuore dei discepoli rinchiusi nel cenacolo (cfr. Gv 20,19), ora le parole di Gesù ci ricordano che lo “sbocco” naturale della Pasqua è… la pubblicità. Ciò che è accaduto va manifestato. Le porte vanno spalancate, la Parola va annunciata, l’amore va vissuto, la vita va donata. Questa pubblicità viene fatta con i “manifesti” viventi della vittoria di Dio sulla morte, della forza della Sua presenza per mezzo dello Spirito, che siamo noi. Su di noi Dio “investe” per la Sua campagna di marketing. Non c’è da essere timidi. Il mondo non potrà ricevere l’annuncio della salvezza se noi, che abbiamo veduto e conosciuto il Signore, non diveniamo trasparenza di Lui e non siamo disposti a essere luce per il mondo. Oggi si tende a mascherare la superbia di umiltà e l’umiltà di invisibilità. Umile non è chi passa inosservato ma chi sa che tutto ciò che viene da Dio è per il bene di tutti. Tutti siamo chiamati ad essere portatori dell’annuncio della Resurrezione, “perché la vita è un duro mestiere, perché i rapporti oggi si sono fatti duri, senza prossimità, anaffettivi e gli uomini e le donne del nostro tempo sentono soprattutto il bisogno di tenerezza” (E. Bianchi), di quella tenerezza di cui ci rende capaci lo Spirito che oggi il Signore Gesù, ancora una volta, ci promette e ci dona.
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