Mt 13,10-17

sguardi francescani – sguardi giovani – sguardi nuovi#1 Intro

Beati invece i vostri occhi perché vedono! [Mt 13,16]

Lo sguardo di Francesco sul mondo è sempre semplicemente “poetico”;
sembra umilmente rifare il reale,
come un bambino quando dà il primo nome alle cose.
Francesco inventa la poesia come nuova «lingua dei fratelli».
                                                                  [BB Francescana, pag. 23]

occhisandamiano

Lo sguardo che Francesco ha sul mondo (e sull’uomo) deriva dalla sua esperienza dell’amore di Dio: un amore che crea, mantiene in vita, benedice, salva ogni cosa. Per questo è uno sguardo simile a quello del suo Amato, Gesù: uno sguardo sereno, di benedizione, di vicinanza, compassione e fiducia, che sa accogliere, sanare, gustare, gioire, benedire, uno sguardo accogliente e riposante. Francesco (come i poeti) vede le stesse cose che vediamo tutti, ma le vede tutte in maniera diversa: vede dentro le cose e attraverso le cose. Vede la “realtà vera del reale”, lo vede buono e benedetto da Dio.

Francesco, ripieno dello Spirito di Dio, non si stancava mai di glorificare, lodare e benedire, in tutte le cose e in tutte le creature, il Creatore e Reggitore di tutto. Chiamava tutte le cose con il nome di fratello e sorella, intuendone i segreti in modo mirabile e noto a nessun altro, perché aveva conquistato la libertà della gloria riservata ai figli di Dio.
                                                     [Cf. 1Cel 80: FF 459-461]

È possibile assumere questo sguardo? È possibile vivere di questo sguardo?

Si potrebbe dire che la sfida per ogni giovane che cerca di seguire Gesù sulle orme di Francesco (qualunque sia la sua condizione di vita) sia proprio questa: lasciare che «le fragranti Parole del Signore» trasformino i suoi occhi, così che ogni momento del suo quotidiano -pur così feriale, e talvolta banale- possa diventare sorprendente, “nuovo”, oggetto di benedizione.

Dio vide quanto aveva fatto: ecco, era cosa molto buona! Dio li benedisse.  [Gen 1,31.28]

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Nei prossimi post di questa serie (il 26 di ogni mese) vorremmo provare a “vivere” virtualmente questo sguardo in prima persona.

Per questo cercheremo di dare voce ai pensieri che sgorgano dentro un/una giovane che guarda la realtà che lo/la circonda durante una segmento del suo quotidiano, un incontro, un gesto qualsiasi, del tutto comune e normale. Proveremo a far trasparire questo sguardo francescano, giovane, nuovo, uno sguardo realistico e autentico, non forzatamente ottimistico o caricaturale, ma sereno, di comprensione, compassione, benedizione.

Ci sembra una sfida ardua, ma attraente, proprio come è lo stile di Francesco:

Francesco esulta di gioia in tutte le opere delle mani del Signore. Nelle cose belle contempla la Bellezza somma, e da tutto sente salire un grido: «Chi ci ha creati è infinitamente buono!». Attraverso le orme, impresse nella natura, segue ovunque il Diletto e si fa scala di ogni cosa per giungere a Colui che è tutto desiderabile. Quella Bontà fontale che un giorno sarà tutto il tutti, a questo santo appare chiaramente come il Tutto in tutte le cose!
                                                     [cf. 2Cel 165: FF 750; LM 9,1: FF 1162].

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Segui gli sguardi:

maggio 2017: Sguardi #2 – Andando al lavoro ⇨

giugno 2017:  Sguardi #3 – In aula studio ⇨

settembre 2017:  Sguardi #4 – Dopo una delusione ⇨

ottobre 2017:  Sguardi #5 – Al parco ⇨

novembre 2017:  Sguardi #6 – In treno ⇨

dicembre 2017: Sguardi #7 – Al bar ⇨

gennaio 2018:  Sguardi #8 – EPILOGO ⇨

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ARTICOLO DI: Giovani Frati

“Siamo un gruppo di 23 GIOVANI FRATI Francescani Conventuali impegnati nella formazione iniziale, fra lo studio della teologia e le prime esperienze missionarie (in parrocchia, nella Basilica di s. Antonio, in ospedale, in carcere, e in altre realtà sociali). Abbiamo dai 22 ai 47 anni e arriviamo da diverse zone dell’Italia (Triveneto, Emilia-Romagna, Lombardia…), dell’Europa (Francia, Malta, San Marino, Romania, Ungheria) e del Mondo (Ghana, Burundi e Indonesia) e viviamo nel Convento Sant'Antonio Dottore, in via San Massimo, a Padova.”

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