Domenica 16 aprile 2017, RESURREZIONE DEL SIGNORE
Dal Vangelo
Giovanni 20,1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Dalle Fonti
Leggenda Maggiore XI,4: FF 1191
Entrarono, infine, nella sala da pranzo e, mentre gli altri incominciavano a mangiare, l’ospite improvvisamente esalò l’anima, colpito da morte repentina, secondo la parola dell’uomo di Dio. E così, come dice la Verità, colui che aveva accolto il profeta con misericordiosa ospitalità, meritò di ricevere la mercede del profeta (Mt 10,41). Difatti, per la profezia del Santo, quel cavaliere devoto provvide a se stesso e, premunito con le armi della penitenza contro la morte improvvisa, sfuggì alla dannazione eterna e fu accolto negli eterni tabernacoli (Lc 16,9).
Alla vita
Il brano di Vangelo che la liturgia di questo giorno di Pasqua ci propone è tutto percorso da verbi di movimento. Maria di Magdala “si reca” al sepolcro e poi “corre” da Simon Pietro e dall’altro discepolo; questi ultimi “escono” insieme e “corrono” al sepolcro, vi “entrano” e poi “ritornano” di nuovo a casa. Nella prima parte, il verbo utilizzato di più è il verbo “correre”. Maria corre perché non trova il corpo del sepolto ed è terrorizzata che possa essere stato trafugato e soprattutto che non possa più avere un luogo nel quale piangere il suo Maestro. Pietro e l’altro discepolo corrono per lo stesso motivo. È ancora la paura a dominare il cuore di queste persone, è ancora troppo dolorosa la memoria degli avvenimenti drammatici di cui sono stati testimoni. Nella seconda parte del brano però la corsa lascia spazio ad una osservazione attenta e ad un sostare fuori del sepolcro seguito dall’entrare, vedere e credere. Se prima della Resurrezione abbiamo sostato fuori dal sepolcro, magari sgomenti e tristi, impauriti e soli, ora siamo invitati ad entrare perché quel luogo di morte è divenuto segno della Resurrezione. Non è facile varcare quella soglia. Maria di Magdala, a differenza dei due discepoli, non lo farà subito. A volte la nostra vita è molto affannata, ma poco viva; molto movimentata ma quasi tragicamente disperata. Anche per noi allora la Pasqua è invito a correre, sì al sepolcro, ma per inchinarci a questo grande mistero, vedere i segni, attraversare quella soglia e credere nella presenza del Risorto.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.