C’è un tempo per… e un tempo per…
Mancano ormai pochissime ore al passaggio tra il 2016 e il 2017. Puntualmente i social si riempiono di post che “invocano” un nuovo anno migliore di quello precedente.
Mentre li guardo, non so bene perché, mi viene in mente quanto dice Qoèlet: «C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via. Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace» (Qo 3,2-8).
Mi chiedo come mai proprio questa Parola… Forse perché mi dice che la vita non può essere totalmente felice e che se ci sono i momenti per godere delle cose belle, che fanno bene al cuore, ci sono anche quelli più faticosi, segnati dalla sofferenza, dalla fatica, dall’incomprensione.
I vari post visti mi fanno pensare che è più facile, alla fine di un anno, ricordare quanto di faticoso abbiamo vissuto a livello personale, familiare, sociale (l’elenco per ciascuno può essere più o meno lungo), mentre ci si dimentica di ringraziare il Signore per il bene vissuto, forse perché spesso lo diamo per scontato.
Francesco ci dice qualcosa di importante: «E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamogli grazie, perché procedono tutti da Lui. E lo stesso altissimo e sommo, solo vero Dio abbia, e gli siano resi ed Egli stesso riceva tutti gli onori e la reverenza, tutte le lodi e tutte le benedizioni, ogni rendimento di grazia e ogni gloria, poiché suo è ogni bene ed Egli solo è buono». (RnB XVII,17-18: FF 49). Rendere grazie al Signore per quanto di bello quest’anno abbiamo vissuto significa restituire a Lui i doni che nella Sua bontà immensa ci ha fatto.
Manca ancora qualche ora e siamo ancora in tempo per “cantare” il nostro rendimento di grazie.
Buona fine 2016 e un caro augurio per un 2017 ricco di benedizioni, pur nelle fatiche che non potranno mancare.
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