Domenica 17 luglio 2016, XVIª TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Luca 10, 38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Dalle Fonti
1 Celano, 114: FF 519
O dono davvero speciale e testimonianza di predilezione, che il soldato sia onorato con quelle stesse armi gloriose che si addicono al solo re! O prodigio degno di memoria eterna, o sacramento meraviglioso, degno di perenne e devoto rispetto, poiché esso rappresenta in maniera visibile alla nostra fede l’ineffabile mistero per il quale il sangue dell’Agnello immacolato, sgorgando a fiotti da cinque ferite, lavò i peccati del mondo! O eccelso splendore di quella croce che è fonte di vita e dà la vita ai morti e il suo peso preme così soavemente e punge con tale dolcezza che in essa la carne morta rivive e lo spirito infermo si ristora! Quanto ti ha amato Francesco, se tu l’hai così mirabilmente decorato! Sia benedetto e glorificato Dio, unico e sapiente, che rinnova i suoi miracoli per confortare i deboli e mediante le meraviglie visibili conquistarne gli animi all’amore di quelle invisibili!
O meravigliosa e amorosa disposizione divina, che per fugare ogni dubbio sulla novità del prodigio, ha compiuto prima con infinita misericordia in Colui che venne dal cielo quello che poi avrebbe realizzato nell’uomo della terra! E veramente il padre della misericordia ha voluto mostrare di qual premio sia degno colui che si sarà impegnato ad amarlo con tutto il cuore: essere cioè accolto tra le schiere più elette e vicine a Dio, quelle degli angeli.
Alla vita
Grazie, intraprendente Marta, perché ci hai ricordato che l’incontro con Lui ci porta a scoprire che c’è sempre una buona notizia per chi apre gli occhi sulla verità della propria vita – su chi si fida della novità di Gesù che passa accanto alla nostra vita ferita portando guarigione, solidarietà, amicizia e perdono. Grazie, Marta perché la gioia, quella vera, si ha solo quando si sa e si crede che qualcuno ci vuole davvero bene. Non sono le cose che ci riempiono il cuore, ma solo l’amore – il suo! La ”cosa migliore” e duratura, che nessuno può togliere, che appaga, che da piacere, che ci fa star bene con se stessi e con gli altri, è stare ai piedi di Gesù, accoglierlo con tutto il cuore, desiderare un dialogo sincero con lui e donargli ciò che di più prezioso si possiede.
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