Domenica 5 giugno 2016, Xª TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Luca 7, 11-17
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le disse: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione circostante.
Dalle Fonti
1 Celano, 92: FF 482
A questo scopo, un giorno si accostò all’altare che era stato eretto in quell’eremitorio, e vi depose sopra devotamente il libro dei Vangeli. Poi, prostrato in preghiera non meno col cuore che col corpo, implorava umilmente Dio buono, padre della misericordia e Dio di ogni consolazione che si degnasse manifestargli il suo santissimo volere, e perché potesse condurre a compimento quello che un tempo aveva intrapreso con semplicità e devozione, lo pregava e supplicava di rivelargli alla prima apertura del libro quanto gli conveniva fare. Si conformava così a quegli antichi grandi maestri di santità che avevano agito, ispirati da Dio, in modo analogo.
Alla vita
Ad ogni tocco del principe della pace – come in ogni con-tatto con la sola sua ombra, o frangia del mantello – irrompe il regno dell’Abbà-Dio. Non trova più spazio ciò che ha per-vertito fino alla radice l’immagine della morte, né per colui la cui corruzione impone ad essa il più divisivo (dia-bolico) dei suoi poteri: non c’è più alcuna possibilità di ostacolare la comunione piena ed interdire l’ospitalità messianica a favore dell’umano e, ad un tempo, della presenza definitiva di Dio.
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