Domenica 7 febbraio 2016, Vª TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Luca 5, 1-11
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Dalle Fonti
1Celano 39: FF 388
Da cultori fedeli della santissima povertà, poiché non possedevano nulla, non s’attaccavano a nessuna cosa, e niente temevano di perdere. Erano contenti di una sola tonaca talvolta rammendata dentro e fuori, tanto povera e senza ricercatezze da apparire in quella veste dei veri crocifissi per il mondo, e la stringevano ai fianchi con una corda, e portavano rozzi calzoni. Il loro santo proposito era di restare in quello stato, senza avere altro. Erano perciò sempre sereni, liberi da ogni ansietà e pensiero, senza affanni per il futuro; non si angustiavano neppure di assicurarsi un ospizio per la notte, anche se pativano grandi disagi nel viaggio. Sovente, durante il freddo più intenso, non trovando ospitalità, si rannicchiavano in un forno, o pernottavano in qualche spelonca.
Alla vita
Se la minorità è la povertà vissuta sul piano delle relazioni fraterne, la sobrietà è la povertà nell’uso delle cose. Quando a farla scegliere è il desiderio di creare più spazio in noi alla presenza del Salvatore e di seguire meglio le sue orme, come è stato per Francesco, l’effetto è quello di una grande libertà interiore, capace di investire molte più energie nel servizio al Regno. Quante volte anche a noi è chiesto di continuare ad impegnarci nella promozione del bene anche se abbiamo l’impressione che non ne valga più la pena! L’atteggiamento che decideremo di assumere sarà la prova della qualità della nostra fede. Quella di Pietro è stata stupenda.
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