Domenica 8 novembre 2015, XXXIIª Tempo Ordinario
Dal Vangelo
Marco 12,38-44
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Dalle Fonti
Leggenda di S. Chiara 60: FF 3276
La selvaggia ferocia di lupi crudeli di continuo riempiva di terrore la contrada: perché essi attaccavano perfino gli uomini e si nutrivano spesso di carne umana. Ora, una donna di nome Bona, di Monte Galliano nella diocesi di Assisi, la quale aveva due figli, aveva appena finito di piangerne uno, rapito dai lupi, quand’ecco che anche il secondo viene attaccato con pari ferocia. Infatti, mentre la madre stava in casa, impegnata in faccende domestiche, un lupo afferra il bambino che passeggiava di fuori, mordendolo alla nuca, e con questa preda si rimbosca quanto più velocemente può. Udendo le urla del bambino, certi uomini che erano nelle vigne, gridano alla madre: “Guarda se hai tuo figlio, perché abbiamo udito poco fa dei pianti insoliti”.
Alla vita
Il tempio per Gesù è come una linea sotterranea che attraversa tutta la sua vita e attorno ad essa il figlio del carpentiere elabora la radicalità e la semplicità della sua proposta di religiosità autentica. Cosa fa Gesù nel tempio? I vangeli ci parlano di lui nel suo dialogo con i maestri (Lc 2,46ss); mentre rovescia il “mercato sacro” (Gv 2,13-22); nel suo sguardo sulla vedova povera; nel confronto con la samaritana (Gv 4,1ss.). Sin da quando aveva dodici anni (cioè all’inizio del suo essere adulto), Gesù è Signore “nel” tempio. Diventerà tempio stesso (Gv 2,13-22), nuovo culto fatto di corpo e di sangue, cioè di vita amante; diventerà “passaggio” e non più velo (Lc 23,45). E grazie a Lui l’uomo, se vorrà, imparerà a non fare differenziazioni di alcun tipo; imparerà la gioia dell’unità di pensiero con chi ha accanto e con chi è lontano; imparerà l’intelligenza dell’amore che profetizza e non esclude (Ef 2,13-18).
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