Domenica 15 novembre 2015, XXXIIIª Tempo Ordinario
Dal Vangelo
Marco 13,24-32
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo. Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».
Dalle Fonti
Testamento di Santa Chiara, 9-14: FF 2826-2827
Mentre, lo stesso Santo Francesco, che non aveva ancora né frati né compagni, quasi subito dopo la sua conversione, era intento a riparare la chiesa di San Damiano, dove ricevendo quella visita del Signore nella quale fu inebriato di celeste consolazione, sentì la spinta decisiva ad abbandonare del tutto il mondo, in un trasporto di grande letizia e illuminato dallo Spirito Santo, profetò a nostro riguardo ciò che in seguito il Signore ha realizzato. Salito sopra il muro di detta chiesa, così infatti allora gridava, a voce spiegata e in lingua francese, rivolto ad alcuni poverelli che stavano lì appresso: «Venite ed aiutatemi in quest’opera del monastero di San Damiano, perché tra poco verranno ad abitarlo delle donne, e per la fama e santità della loro vita si renderà gloria al Padre nostro celeste (cfr Mt 5,16) in tutta la sua santa Chiesa».
Alla vita
Gesù parla di queste cose mentre si avvicina il tempo della sua “partenza”. La comunità di Marco sperimenta le ultime tappe di conoscenza del “Figlio di Dio”; sa che il Figlio si mostrerà tale nella sua morte (Mc 16,39): la potenza e la gloria di Gesù stanno in essa. Forse è questa la conversione, come per Francesco: avere occhi che vedono! Che vedono la gloria dentro l’umiltà e nel suo giusto tempo; che scrutano il tempo e ne colgono l’origine e il fine; che vedono l’ordine divino di ogni cosa e il compiersi del futuro.
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