Domenica 5 luglio 2015, XIVª Tempo Ordinario
Dal Vangelo
Marco 6,1-6
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Dalle Fonti
Testamento di san Francesco 45-49: FF 130-131
E a tutti i miei frati, chierici e laici, comando fermamente per obbedienza che non aggiungano spiegazioni alla Regola e a queste parole dicendo: Così si devono intendere; ma come il Signore mi ha dato di dire e di scrivere la Regola e queste parole con semplicità e purezza, così semplicemente e senza commento dovete comprenderle e santamente osservarle sino alla fine.
E chiunque osserverà queste cose, sia ricolmo in cielo della benedizione dell’altissimo Padre, e in terra sia ripieno della benedizione del diletto Figlio suo col santissimo Spirito Paraclito e con tutte le potenze dei cieli e con tutti i santi. Ed io, frate Francesco, il più piccolo dei frati, vostro servo, come posso, confermo a voi dentro e fuori questa santissima benedizione. Amen.
Alla vita
Come bene diceva Francesco ai suoi frati, esortandoli a non aggiungere spiegazioni alla Regola, anche la Parola di questa domenica non avrebbe bisogno di spiegazioni, tanto è chiara e ben presente nelle nostre comunità la realtà che descrive. I cattolici, infatti, sono specialisti nel mettere etichette alle persone. I nazaretani sono stati proprio dei cattivi maestri in questo odioso esercizio. I loro padri ebrei lo furono con i profeti del Vecchio Testamento. I loro eredi cristiani lo sono stati con i tanti profeti che Dio ha inviato negli ultimi due millenni. Noi, stentiamo a riconoscere i profeti che, ancora oggi, lo Spirito suscita nelle nostre comunità. Anche nella nostra. Soprattutto se non hanno una “divisa” o una “carica” o una “laurea” che li qualifica. Dato che non è possibile che lo Spirito si sia assopito o abbia smesso di volare sul mondo e sulla chiesa, è semplice concludere che siamo noi che dubitiamo fortemente del fatto che ogni battezzato è sacerdote, re e profeta, proprio come Cristo.
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