Il chiostro di Maria
In questo mese di maggio ci aiuta meditare sullo sguardo di Francesco e Chiara d’Assisi a Maria. Entrambi attenti e stupiti dall’umanità in lei così toccata, incisa, come da «spada a doppio taglio» (Eb 4,12), dal divino, ce la rendono familiare, vicina, donna pellegrina e itinerante con noi. Francesco la contempla, nel Saluto a lei dedicato, quale dimora di Dio, «palazzo… tabernacolo… casa» , ma anche suo «vestimento» e «ancella» e «Madre»: Maria spazio incontaminato per la Trinità, icona della Chiesa e di ogni uomo e donna che si lascia abitare e riplasmare da «ogni pienezza di grazia e ogni bene», nella forza di un “eccomi”, di un “amen”, di un’adesione che apre la porta all’impossibile. A quello che di inatteso il Signore può operare con noi, creature segnate dalla fedeltà del suo Amore. Particolarmente cara mi è, però, un’immagine di Chiara, condivisa, come un augurio e un incoraggiamento, con Agnese di Praga, nella terza lettera a lei indirizzata:
«Stringiti alla sua dolcissima Madre, che generò un figlio tale che i cieli non potevano contenere, eppure lei lo raccolse nel piccolo chiostro del suo sacro seno e lo portò nel suo grembo verginale». L’eternità concentrata nel nascondimento della carne di una piccola donna è spazio incomparabilmente spalancato al cielo, chiostro in cui l’alto e il basso sono convogliati e si toccano. Nella fiducia, nella fede di una madre Gesù ha cercato ospitalità, prima che nelle locande per le vie di Betlemme… e c’è stato posto, così tanto posto! E c’è così tanto posto in ognuno di noi, che in Maria, guidati da Chiara, contempliamo come «per la grazia di Dio la più degna tra le creature, l’anima dell’uomo fedele, è più grande del cielo, poiché i cieli con tutte le altre creature non possono contenere il Creatore, mentre la sola anima fedele è sua dimora e sede, e ciò soltanto grazie alla carità». Maria, icona della vita spirituale, del grembo fecondo che è ogni anima in ascolto dello Spirito: un piccolo spazio che dischiude vita per gli altri. Maria, donna di carne, di quotidianità, di sentieri che sanno la fatica del cammino, aiuta le nostre esistenze fragili a toccare le fragilità degli altri, lasciandoci così contattare da Dio. Maria, donna ospitale, guidaci alla delicatezza del chiedere alloggio presso gli altri per essere insieme con loro. Maria, donna di silenzio, custodisci le sacre solitudini del nostro cuore, dove possiamo imparare ad ascoltare e meditare. Maria, donna dell’amen: “in verità” sia lo sguardo della nostra fiducia, sicuro di Colui che resta con noi.
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