Non distogliere gli occhi dalla carne di tuo fratello (san Francesco d’Assisi)
È questa un’epoca inquietante, intrisa di forti contrapposizioni in un panorama geo-politico fluttuante, ove è sempre più imperante la violenza e la sopraffazione. Più si tende a fare del mondo un “villaggio” globale, più si sfibra il tessuto umano; ovunque, tra gli Stati e negli Stati, si acuiscono le conflittualità, che sfociano in rivolta e, a volte, in vere e proprie guerre civili. Sopra a tutte queste, per potenza e virulenza, imperversa, con inaudite azioni terroristiche e operazioni belliche, il sedicente Stato Islamico. Mai, nell’ultra millenaria storia dell’Islam, si è assistito ad una così gratuita e orrenda spettacolarizzazione della morte, che spegne ogni prospettiva, nega la sua stessa religione e tradisce tutte le speranze.
In sostanza, la sensazione è quella di vivere un’epoca decadente, in cui i più elementari principi umanitari vengono surrogati da una cultura direzionata a istituire una civiltà abitata da individui nichilisti ed amorfi, incapaci di riconoscere se stessi e interagire con gli altri.
In questa “babele” è quanto mai necessario tessere la trama di una diversa visione dell’“appartenenza”, dando vita ad un radicale rivolgimento culturale, allargando gli orizzonti speculativi e creativi del pensiero, prefigurando una nuova e diversa codificazione del soggetto e del collettivo, del senso e del linguaggio. Oggi più che mai, in questo tempo di smarrimento dove i segni dei tempi sembrano condurci sul ciglio di un precipizio, bisogna vivere la speranza di ritenere possibile il traguardo di una civiltà dialogante, fondata sui valori della fratellanza e della tolleranza, ispirata alla verità evangelica di povertà, sul percorso di san Francesco nel suo cammino verso Cristo.
Una civiltà, capace di aprirsi all’altro, agli altri, di creare ponti culturali e umani, che ci avvicinano alla condivisione che «il Creato è un dono che Dio ci ha affidato – per dirla con l’ammonimento di Papa Francesco – affinché ne abbiamo cura e lo utilizziamo a beneficio di tutti, sempre con grande rispetto e gratitudine».
(Spunti francescani per un nuovo ri-nascimento/1)
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