1 marzo 2015, 2ª domenica di quaresima
Dal Vangelo
Marco 9,2-10
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Alle Fonti
Leggenda dei tre compagni, 35: FF 1438-1439
In tutte le sue Regole Francesco esaltava appassionatamente la povertà, e a tutti i frati inculcava la preoccupazione di non toccare denaro.
Egli ebbe a scrivere più Regole, e le sperimentava prima di comporre quella definitiva, che lasciò ai fratelli. In una di esse esprime il suo rifiuto del denaro con queste parole: «Stiamo attenti, noi che abbiamo lasciato tutto, a non perdere il regno dei cieli per così poco. E se ci capitasse di trovare del denaro, non facciamone caso più che della polvere che calpestiamo».
Alla vita
Gesù e i suoi discepoli, Francesco e i suoi compagni: due gruppi di persone legati da una comune esperienza e dentro un processo educativo di crescita. L’esperienza sul Tabor divenne un momento importante dell’entrata da parte dei discepoli nel mistero di quell’uomo che avevano deciso di seguire. E Gesù li aiuta ad elaborare quell’evento invitandoli ad aspettare, prima di parlarne, ad ascoltare con intelligenza quanto era avvenuto. Videro qualcosa che toccava la loro esistenza senza però poter comprendere fino in fondo ciò che significava. Le parole di Gesù li invita a restare nella disponibilità di una comprensione che arriverà solo alla fine, dopo la resurrezione. Francesco opera qualcosa del genere nel suo rapporto educativo con i frati, per mediare i suoi valori di vita. La scelta importante della povertà con il rifiuto assoluto del denaro, costituiva un passaggio identitario di enorme valore che dovrà essere spesso ripreso e riproposto mediante un cammino di crescita e di elaborazione che durerà fin dopo la morte di Francesco stesso. La vita chiede di restare in ascolto per lasciarsi educare, poter capire e infine scegliere.
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