25 gennaio, 3ª domenica del Tempo Ordinario: Giornata mondiale per i malati di lebbra
«Il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da loro, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di animo e di corpo. E in seguito, stetti un poco e uscii dal secolo» (2Test 1-3: FF 110): san Francesco non potrebbe essere più esplicito nel tratteggiare che posto abbiano avuto i «fratelli cristiani» lebbrosi (CAss 64: FF 1592) nel suo discernimento e nella sua esperienza umana e spirituale! Fino al punto di volere che i suoi frati proprio nei lebbrosi facessero il loro noviziato, iniziassero cioè a servire il Signore e i fratelli (CAss 9: FF 1549). Segno eloquente e mediaticamente chiaro della sua scelta di vita!
Del resto anche il suo Maestro, Gesù, ha incontrato molti lebbrosi, allora come ai tempio di Francesco relitti dell’umanità, lungo le strade della Palestina (Mc 1,40; Lc 17,12).
Questa Giornata mondiale per i malati di lebbra è allora un po’ anche una giornata “francescana”: di preghiera per quanti nostri fratelli e sorelle ancora portano i segni devastanti di questa terribile malattia, per coloro che li servono e li curano, per tutti coloro che sono “malati” di altre “lebbre” moderne, magari più invisibili ma altrettanto mortali. E una provocazione per tutti noi francescani: a desiderare ancora di tornare, come all’inizio, in mezzo ai lebbrosi (1Cel 103: FF 500)…
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