Giovanni Cini della Pace, eremita e francescano secolare (1270-1335), beato

12 Novembre

L’incontro con il Signore può avvenire nei luoghi più impensati. Per Giovanni Cini è la cella di un carcere, nel quale sta scontando una severa condanna per aver partecipato, l’8 ottobre 1296, a un attentato contro l’arcivescovo della diocesi pisana. Inizia lì il cammino di conversione che lo porta, scontata la pena, ad aderire all’Ordine francescano secolare. Nato a Pisa intorno al 1270, da una famiglia così povera che per vivere si arruola nell’esercito del Comune. Dopo l’attentato e il carcere, vita nuova: di austerità e penitenza. Ma anche di carità, come presidente  della «Pia Casa della Misericordia», istituita per aiutare i più poveri. È sua l’iniziativa di portare di notte gli aiuti a quelli che non amano rendere pubblica la loro condizione. Sceglie infine la vita eremitica nei pressi di Porta della Pace a Pisa (da qui l’epiteto di «Giovanni della pace»), imitato presto da molti con i quali dà vita alla Congregazione degli «Eremiti Terziari Francescani», detti «Fraticelli», che animano la vita religiosa nella città. Giovanni Cini trascorre gli ultimi anni di vita murato in una celletta con una finestrella attraverso la quale riceve l’Eucaristia e il poco cibo di cui si alimenta. Qui muore nel 1335.
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Messaggero di Sant'Antonio