Emanuele Ruiz, sacerdote francescano (1804-1860) e compagni martiri, beati

13 Luglio

«Noi non abbiamo che un’anima. Perduta quella, è perduto tutto. Siamo cristiani e vogliamo morire cristiani». Queste le ultime parole pronunciate dal francescano Emanuele Ruiz, prima di venire ucciso, assieme a sette confratelli, il 10 luglio del 1860, dai Drusi di Damasco, setta religiosa composta da fanatici di origine musulmana sciita, che per anni semina morte tra i cristiani. Gli otto francescani si sono rifugiati, assieme a tre cristiani maroniti, tra le solide mura del convento, di cui padre Ruiz, nato a Santander (Spagna) il 5 maggio 1804, è superiore. Traditi da un inserviente, vengono massacrati, con la ferocia che distingue i fondamentalisti islamici.
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Messaggero di Sant'Antonio