Il Santorale Francescano

La Parola di Dio è faccenda “da compagnia”. In compagnia della Chiesa, che ce l’ha trasmessa. In compagnia di tanti cristiani che, anche a proprio rischio, la leggono, la meditano e cercano di viverla. In compagnia di tanti santi: come sant’Antonio di Padova, che ad essa ha dedicato tutto se stesso, e la sua lingua, o come san Francesco, che se l’è trovata impressa nella carne! Come santa Chiara, che ne ha fatto la regola della vita sua e delle sue sorelle a S. Damiano. Come tanti santi francescani, frati, suore, laici: conoscerli ce li rende compagni di strada, giorno per giorno, possibilità concreta per noi di una vita vissuta per Dio e i fratelli. In una santità che trascina con sé tutto il “peso” della nostra carne, della nostra storia, dei nostri sogni e delle nostre fatiche. Come le belle illustrazioni di Luca Salvagno ci mostrano…

Bonaventura da Bagnoregio, sacerdote francescano, vescovo e dottore della chiesa (1218-1274), santo

Bonaventura è una delle figure più rappresentative del francescanesimo delle origini, alla ricerca di un’identità. Nato a Bagnoregio (Viterbo) nel 1218, dopo gli studi umanistici a Parigi, si fa francescano (1243). Nella capitale francese studia poi teologia, ottenendone nel 1253 la cattedra, che lascia tre anni dopo, chiamato dai frati a reggere l’Ordine, diviso tra chi vede la cultura come mezzo efficace per l’apostolato e chi la considera solo occasione di superbia e dissipazione. Bonaventura, frate colto ma anche esemplare, riesce a comporre il dissidio, tracciando in nuove Costituzioni, approvate nel 1260 dal Capitolo generale di Narbonne, il futuro cammino dell’Ordine. Poi, libero da impegni, ritorna a Parigi, dove riprende gli studi, intervenendo con una serie di opere esemplari, come l’Itinerarium mentis in Deum, nel dibattito teologico e culturale del tempo. Scrive anche una biografia di san Francesco, cui si ispirerà Giotto per narrare la vita del Poverello nella basilica di Assisi. Nominato cardinale e vescovo di Albano, Bonaventura muore il 15 luglio 1274, mentre partecipa ai lavori del secondo Concilio di Lione.
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Messaggero di Sant'Antonio