Il Santorale Francescano

La Parola di Dio è faccenda “da compagnia”. In compagnia della Chiesa, che ce l’ha trasmessa. In compagnia di tanti cristiani che, anche a proprio rischio, la leggono, la meditano e cercano di viverla. In compagnia di tanti santi: come sant’Antonio di Padova, che ad essa ha dedicato tutto se stesso, e la sua lingua, o come san Francesco, che se l’è trovata impressa nella carne! Come santa Chiara, che ne ha fatto la regola della vita sua e delle sue sorelle a S. Damiano. Come tanti santi francescani, frati, suore, laici: conoscerli ce li rende compagni di strada, giorno per giorno, possibilità concreta per noi di una vita vissuta per Dio e i fratelli. In una santità che trascina con sé tutto il “peso” della nostra carne, della nostra storia, dei nostri sogni e delle nostre fatiche. Come le belle illustrazioni di Luca Salvagno ci mostrano…

Giuseppe De Filippis, religioso francescano (1687-1761), servo di Dio

Nasce il 5 ottobre 1687 a Itri, in diocesi di Gaeta. Dopo aver sentita un predica nella chiesa dei cappuccini, restò per tutta la notte nel loro convento. In seguito a questa esperienza, visse da eremita nella propria casa, da cui usciva solo per gli esercizi di pietà e di carità. Dopo quattro anni, data alle sorelle tutta la parte di eredità che gli spettava, iniziò il noviziato presso i cappuccini. Ma durante gli otto mesi di noviziato, essendosi verificati fenomeni di emottisi, i superiori decisero di rimandarlo a casa. Rimessosi in salute, decise di iniziare a viaggiare per i santuari d’Italia, mangiando solo cibo mendicato. Tornato poi a casa della sorella, il vescovo di Gaeta gli conferì la tonsura e gli fece anche pressione perché diventasse sacerdote o entrasse in qualche ordine monastico. Giuseppe rifiutò, entrando infine come fratello non sacerdote tra i frati minori conventuali, dove prese il nome di fra Innocenzo, e dove si distinse per la carità. Muore a Napoli il 27 dicembre 1761.
DicembreNovembre

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Messaggero di Sant'Antonio