Il Santorale Francescano

La Parola di Dio è faccenda “da compagnia”. In compagnia della Chiesa, che ce l’ha trasmessa. In compagnia di tanti cristiani che, anche a proprio rischio, la leggono, la meditano e cercano di viverla. In compagnia di tanti santi: come sant’Antonio di Padova, che ad essa ha dedicato tutto se stesso, e la sua lingua, o come san Francesco, che se l’è trovata impressa nella carne! Come santa Chiara, che ne ha fatto la regola della vita sua e delle sue sorelle a S. Damiano. Come tanti santi francescani, frati, suore, laici: conoscerli ce li rende compagni di strada, giorno per giorno, possibilità concreta per noi di una vita vissuta per Dio e i fratelli. In una santità che trascina con sé tutto il “peso” della nostra carne, della nostra storia, dei nostri sogni e delle nostre fatiche. Come le belle illustrazioni di Luca Salvagno ci mostrano…

Giuseppe da Copertino, sacerdote francescano (1602-1663), santo

Giuseppe è pugliese, di Copertino, dove nasce nel 1602. I frati minori conventuali, che lo accolgono per pietà nel loro convento di Grottella, lo chiamano «frate asino», perché è impacciato e duro di testa. Eppure, lui sconcerta i confratelli ottenendo, al termine di un corso di studi stentatissimo, il placet per l’ordinazione sacerdotale, mentre tutti sono certi del contrario. In seguitò, sfodera un bagaglio tale di dottrina e saggezza spirituale che perfino fior di teologi si rivolgono a lui. Per non dire della sua predisposizione alla contemplazione, nella quale raggiunge gradi tali di intensità da sollevarsi dal suolo e spiccare il volo verso gli oggetti della sua venerazione. A causa di ciò, è oggetto di particolari attenzioni del Sant’Uffizio, che non crede alla genuinità dei suoi voli. Costretto a peregrinare in vari conventi, tra cui Assisi, alla fine ritorna a Osimo (Ancona), dove muore nel 1663. È invocato come patrono degli studenti.
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Messaggero di Sant'Antonio