Il Santorale Francescano

La Parola di Dio è faccenda “da compagnia”. In compagnia della Chiesa, che ce l’ha trasmessa. In compagnia di tanti cristiani che, anche a proprio rischio, la leggono, la meditano e cercano di viverla. In compagnia di tanti santi: come sant’Antonio di Padova, che ad essa ha dedicato tutto se stesso, e la sua lingua, o come san Francesco, che se l’è trovata impressa nella carne! Come santa Chiara, che ne ha fatto la regola della vita sua e delle sue sorelle a S. Damiano. Come tanti santi francescani, frati, suore, laici: conoscerli ce li rende compagni di strada, giorno per giorno, possibilità concreta per noi di una vita vissuta per Dio e i fratelli. In una santità che trascina con sé tutto il “peso” della nostra carne, della nostra storia, dei nostri sogni e delle nostre fatiche. Come le belle illustrazioni di Luca Salvagno ci mostrano…

Francesco Antonio Fasani, sacerdote francescano (1681-1742), santo

Francesco Antonio Fasani, detto il «padre Maestro» perché persona dotta ed educatore saggio, nasce a Lucera, nelle Puglie, il 16 agosto 1681. Giovanissimo, entra tra i francescani conventuali. Fa il noviziato nel convento di Monte Sant’Angelo sul Gargano e, dopo la professione nell’agosto 1696, completa la formazione nel Sacro Convento di Assisi, dove nel 1705 viene ordinato sacerdote. Conclude quindi gli studi a Roma con la laurea in teologia. Nel 1707 si stabilisce definitivamente nel convento di Lucera. Qui si applica soprattutto all’insegnamento e al governo delle comunità dei frati. È rettore e insegnante nel collegio filosofico, poi guardiano del convento e maestro dei novizi e, infine, ministro provinciale. Predicatore  dal linguaggio semplice ed efficace, si distingue nella carità verso i poveri, in particolare nell’assistenza ai carcerati e ai condannati a morte, che accompagna fino al luogo del supplizio. Muore il 29 novembre 1742.
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Messaggero di Sant'Antonio