Il Santorale Francescano

La Parola di Dio è faccenda “da compagnia”. In compagnia della Chiesa, che ce l’ha trasmessa. In compagnia di tanti cristiani che, anche a proprio rischio, la leggono, la meditano e cercano di viverla. In compagnia di tanti santi: come sant’Antonio di Padova, che ad essa ha dedicato tutto se stesso, e la sua lingua, o come san Francesco, che se l’è trovata impressa nella carne! Come santa Chiara, che ne ha fatto la regola della vita sua e delle sue sorelle a S. Damiano. Come tanti santi francescani, frati, suore, laici: conoscerli ce li rende compagni di strada, giorno per giorno, possibilità concreta per noi di una vita vissuta per Dio e i fratelli. In una santità che trascina con sé tutto il “peso” della nostra carne, della nostra storia, dei nostri sogni e delle nostre fatiche. Come le belle illustrazioni di Luca Salvagno ci mostrano…

Egidio da Reggio, religioso francescano (†1335), beato

Originario di Reggio Calabria, vestì il saio francescano verso l’anno 1270. Visse praticamente tutta la sua vita da frate a Todi. Da qui si recava spesso a trovare un altro santo frate, Giovanni della Valle, all’eremo di San Bartolomeo di Brogliano (Colfiorito, in provincia di Perugia), luogo da cui prese le mosse una delle riforme dell’Osservanza francescana, e a cui anche fra Egidio partecipò con entusiasmo. In questo piccolo conventino, i frati conducevano una vita di rigoroso silenzio, di estrema povertà e di umile servizio alle popolazioni del territorio. Andavano a piedi nudi ma, vedendo la popolazione che portava gli zoccoli di legno, per proteggersi dai serpenti, cominciarono a portarli anche loro, ricevendo l’appellativo di “zoccolanti”. Da Todi a Brogliano sono una cinquantina circa di chilometri, ma fra Giovanni della Valle si accorgeva da subito che fra Egidio si stava recando a trovarlo, perché ne sentiva il profumo di santità.
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Messaggero di Sant'Antonio