Lc 4,16-30

La superbia ci priva del bene

La superbia ci priva del bene

Lunedì XXII Settimana del Tempo Ordinario 1Ts 4,13-18 Sal 95 Lc 4,16-30 Gesù viene a portare un messaggio di pace, di speranza. Viene a “proclamare l’anno di grazia del Signore”, il giubileo, la liberazione. E sceglie di iniziare la sua missione proprio nella sua città, fra le persone a lui più vicine, a Nazaret. Eppure è proprio il conoscere le umili origini di Gesù, «Non è costui il figlio di Giuseppe?», e il sentirlo “uno di loro” che impedisce ai nazaretani di riconoscerlo. Non solo. La reazione alle parole di Gesù, che in un primo momento è di stupore, si trasforma presto in disprezzo e rabbia. È la presunzione di chi si sa bisognoso ma non vuole accettarlo, e allora, incapace di guarire da solo, deride il medico, per screditarlo e abbassarlo al proprio livello e sentirsi in qualche modo superiore. È davvero grande la cecità che la superbia ci procura, e davvero è il più grande peccato, perché ci impedisce di riconoscerci scelti da Dio, prediletti, amati da Lui. Signore, che passi in mezzo a noi per portarci la tua pace, libera il nostro cuore dalla presunzione e dalla superbia, perché umilmente riconosciamo la tua benevolenza per noi Dal Saluto alle Virtù [FF 256-258] Santissime virtù, voi tutte salvi il Signore dal quale venite e procedete […]. Non c’è proprio nessuno in tutto il mondo, che possa avere una sola di voi, se prima non muore a se stesso […]. E ciascuna confonde i vizi e i peccati […]. La santa umiltà confonde la superbia e tutti gli uomini che sono nel mondo, e similmente tutte le cose che sono nel mondo.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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