Lc 10,1-9

Come agnelli

Giovedì V Settimana del Tempo Ordinario
At 13,46-49    Sal 116   Lc 10,1-9
Santi Cirillo e Metodio, festa

“Andate! Ecco: io vi invio come agnelli in mezzo ai lupi”. Cosa succede all’agnello che capita in mezzo ai lupi? Viene mangiato perché il destino dell’agnello è la mitezza, l’umiltà e, nonostante la fatica, la persecuzione, resta sempre agnello. L’unico e supremo agnello è Cristo e noi siamo assimilati a Lui che si dona da mangiare manifestando così la povertà di Dio. Dio non è orgoglioso perché l’amore è umile, non domina nessuno, si mette nelle mani di tutti e pone la vita a servizio di tutti. Anche noi dobbiamo assumere la condizione di agnelli per far vincere il bene sul male attraverso il non avere, perché se abbiamo tanto rischiamo di diventare lupi. Il nostro bene deve essere l’Amore, lo Spirito Santo che agisce attraverso la nostra persona non affaticata dal possesso, ma libera perché povera, senza nulla da difendere. Il Regno di Dio, perciò, non è questione di sapere cos’è, ma come è! Il Regno di Dio è fatto di persone che vanno verso i fratelli facendo vincere l’Amore sull’egoismo e la pretesa.

Signore, donaci luce e passione per annunciare la Tua Parola!

Dalla Leggenda Maggiore di San Bonaventura [1173]
Partì, dunque, prendendo con sé un compagno, che si chiamava Illuminato ed era davvero illuminato e virtuoso. Appena si furono avviati, incontrarono due pecorelle, il Santo si rallegrò e disse al compagno: “Abbi fiducia nel Signore, fratello, perché si sta realizzando in noi quella parola del Vangelo: – Ecco, vi mando come agnelli in mezzo ai lupi –. Avanzarono ancora e si imbatterono nelle sentinelle saracene, che, slanciandosi come lupi contro le pecore, catturarono i servi di Dio e, minacciandoli di morte, crudelmente e sprezzantemente li maltrattarono, li coprirono d’ingiurie e di percosse e li incatenarono. Finalmente, dopo averli malmenati in mille modi e calpestati, per disposizione della divina provvidenza, li portarono dal Sultano, come l’uomo di Dio voleva.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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