Santa Chiara tesoro di santità che conduce a Dio. La Seconda lettera di santa Chiara a santa Agnese di Boemia

Santa Chiara tesoro di santità che conduce a Dio. La Seconda lettera di santa Chiara a santa Agnese di Boemia

Con la lettura della seconda lettera di santa Chiara a santa Agnese di Praga, muoviamo un piccolo passo in più nella conoscenza di questa Santa, che nei suoi scritti esprime la sua interiorità, da cui si evince la sua ricchezza spirituale. Seguendo la sua “traccia”, si può trovare un orientamento anche per un personale percorso di vita. Secondo alcuni studiosi, la seconda lettera fu scritta tra il 1235 e l’inizio del 1237. In essa ci accorgiamo che il rapporto tra queste due sorelle spirituali, si è consolidato. Queste, pur se a notevole distanza fisica, ciascuna nel proprio monastero, sono sempre più unite a Dio e fra di loro. S. Chiara ora si rivolge ad Agnese non più con il “voi” ma con il “tu”, ribadendo la sua stima verso di lei, e richiamando subito, la sua attenzione sulla povertà: «Alla figlia del Re dei re, ancella del Signore dei signori, degnissima sposa di Gesù Cristo… signora Agnese, Chiara invia il suo saluto e l’augurio di vivere sempre in somma povertà» (2LAg 1-2: FF 2871). Con l’espressione «figlia del Re dei re», possiamo dire che Agnese è figlia di Dio, perché non perde mai di vista il Signore (al di sopra del quale non c’è nessun altro), ed è in armonia con la sua volontà. A questo proposito, san Leone Magno papa dice: «L’amore del mondo non si concilia con quello di Dio, colui che non si distacca dalla generazione secondo la carne, non arriva a far parte della comunità dei figli di Dio. Coloro invece che hanno la mente fissa in Dio, costoro sono degni di  essere chiamati Figli di Dio e coeredi di Cristo (Rm 8,17)».  Riguardo alla povertà, sappiamo quale grande valore ha per santa Chiara (come per san Francesco): per lei, essa, è un mezzo sicuro che introduce nel Regno dei Cieli. Lei che ha molta familiarità con le Scritture, ed un costante e totale riferimento alla persona di Gesù, conosce bene le parole di Gesù al riguardo: «Difficilmente un ricco entra nel Regno dei Cieli» (Mt 19,23), e: « nella prosperità l’uomo non comprende» (Sal 49,21), cioè vive superficialmente, senza capire il vero senso della vita e si allontana da se stesso e da Dio. Infatti di solito, la ricchezza fa insuperbire, fa sentire onnipotenti, sicuri, ma in realtà schiavizza, mentre la povertà più spesso fa sentire impotenti, bisognosi di aiuto, induce all’umiltà, a considerare la precarietà della vita terrena e spinge a cercare Dio, a capire che dipendiamo da lui e induce ad affidarsi a lui, quindi è una condizione che ci può rendere liberi dall’attaccamento ai beni materiali e che ci avvicina al Creatore. Per questo Gesù ci ha detto: «Beati voi poveri perché vostro è il Regno di Dio» (Lc 6,20). Così santa Chiara invita santa Agnese a mantenersi fedele a ciò che ha promesso al Signore, perseverando in «somma povertà», sapendo che anche lei può correre il rischio di subire l’influenza di qualcuno (in questo caso del papa Gregorio IX), che le proponga, anche se in buona fede, di rinunciare ad una povertà radicale, così come è capitato a lei stessa, e dice ad Agnese: «Ma poiché una sola è la cosa necessaria, di questa sola ti scongiuro per amore di Colui a cui ti sei offerta, come vittima santa e gradita, memore del tuo proposito… sempre vedendo il tuo principio, ciò che hai ottenuto, tienilo stretto, ciò che stai facendo fallo e non lasciarlo, ma con corsa veloce, passo leggero, senza inciampi ai piedi… sicura avanza cautamente nel sentiero della beatitudine, a nessuno credendo, a nessuno acconsentendo che volesse richiamarti indietro da questo proposito per impedirti di rendere all’Altissimo i tuoi voti, in quella perfezione alla quale ti chiamò lo Spirito del Signore… e se qualcun altro ti dicesse o altro ti suggerisse che sia d’impedimento alla tua perfezione, che sembri contrario alla vocazione divina, pur dovendolo rispettare, non seguire il suo consiglio, ma abbraccia vergine povera, Cristo povero» (2LAg 10.11-12.14.17-18: FF 2874.2875.2876.2878). Molto bella questa fermezza di Chiara che è radicata in Gesù di cui lei è veramente innamorata e che le consente di essere coerente e fedele fino in fondo nel seguirlo. Per Gesù lei persevera in ciò che ha promesso a lui, cercando di piacere solamente a lui. Così lei è in grado di consigliare la sorella Agnese, per sostenerla nel cammino che conduce a Dio. Inoltre è capace di rispettare coloro che, nella loro diversità, vorrebbero condurla su una strada che non è la sua. Fedeltà e perseveranza sono virtù oggi rare, che facilitano la conversione in chi le osserva e portano a compimento il Progetto di Dio nella vita. Per seguire Gesù bisogna conoscerlo e imitarlo, perciò santa Chiara esorta Agnese: «Vedi che Egli si è fatto per te spregevole e seguilo… divenuto per tua salvezza il più vile degli uomini, disprezzato, percosso e in tutto il corpo più volte flagellato… se con Lui patirai con Lui regnerai… per questo in eterno… acquisterai la gloria del Regno Celeste in cambio delle cose terrene e transitorie» (2LAg 19.20.21.23: FF2879.2880). Qui ci sembra di poter dire che Chiara è tanto amante del suo Sposo, che è pronta a soffrire per lui. Lei sa che il Signore ha dato la vita per la sua salvezza (come per la salvezza di tutta l’umanità), e desidera ricambiarlo nello stesso modo: Amor con Amor si paga! Infine su un ultimo punto vogliamo riflettere, dice santa Chiara al termine della sua lettera: «Sta bene carissima sorella e signora per merito del Signore tuo Sposo, e abbi cura di raccomandare al Signore, nelle tue devote orazioni me e le mie sorelle, noi che godiamo per i beni che il Signore opera in te, con la sua grazia. Raccomandaci insistentemente anche alle tue sorelle» (2LAg 24-26: FF2881-2882). Santa Chiara chiede a santa Agnese di pregare per lei e la sua comunità, conoscendo la preziosità della preghiera fatta con cuore puro. «La preghiera o colloquio con Dio è un bene sommo, infatti essa è un’intima relazione con Dio» (san Giovanni Crisostomo), quindi è un mezzo attraverso il quale è possibile essere realmente in dialogo con Dio, come con un Padre Buono che ama infinitamente i suoi figli. Allora possiamo approfittare felicemente di questo dono, basta crederci: sarà lo Spirito Santo a guidarci.

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ARTICOLO DI: Clarisse urbaniste

“Sorelle Clarisse – Federazione urbanista. Donne che hanno scelto di seguire più da vicino Gesù, seguendo la testimonianza di vita di san Francesco e santa Chiara, nella vita fraterna, nella povertà e nella preghiera quotidiana. «Dietro una grata», come semplificando si sente dire dai più, per cercare di immaginarsi cosa sia la clausura e la vita contemplativa. La Federazione di Santa Chiara d’Assisi delle Monache Clarisse Urbaniste d'Italia è formata dai Monasteri che professano la Regola delle Suore di S. Chiara promulgata da Papa Urbano IV nel 1263. Da qui il nome di Clarisse Urbaniste. Siamo dislocate in tutta Italia e abbiamo 3 monasteri all’estero: in Venezuela, Messico e Romania. Info: www.clarisse.it”

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