Come fuoco vivo
Giovedì XXIX Settimana del Tempo Ordinario
Ef 3,14-21 Sal 32 Lc 12, 49-53
“Sono venuto a gettare fuoco sulla terra!”. È un desiderio ardente, appassionato, questo che Gesù ci svela oggi. È un grido che ci scuote dalle nostre abitudini tranquille, ci risveglia da pigrizie, mediocrità, tiepidezza. Il fuoco è affascinante, è potente, ma anche distruttivo, è qualcosa che inquieta e si propaga di luogo in luogo. A volte è dolce, scioglie il rigore del freddo, creando un clima di allegria e di calore. Ma è anche capace di distruggere e separare, di far male e demolire ciò che incontra. Accogliamo questo fuoco che Gesù viene a portare nella nostra vita, accogliamolo con fede ed umiltà, sia quando illumina e riscalda che quando purifica. Sia quando fonde e unisce che quando separa e distrugge. Perché è la buona notizia del Vangelo, un fuoco benefico, anche quando non sembra. È un fuoco necessario, proprio come quel battesimo (cioè immersione) che Gesù si prepara a ricevere: un’immersione nella morte per risorgere alla vita vera. Anche questo, come il fuoco, sembra una contraddizione inquietante. Ma è il passaggio che Gesù accoglie per amore nostro, per distruggere la morte una volta per sempre.
Da cosa oggi vuoi che io mi separi Signore? Da cosa mi devo lasciar purificare?
Dallo Specchio di Perfezione [FF 1698]
Rivestito di fortezza dal cielo, Francesco era riscaldato più dal fuoco della grazia divina nell’intimo, che all’esterno dalle vesti del corpo (…) Diceva infatti: «Quando lo spirito è tiepido e a poco a poco si raffredda nella grazia, per forza la carne e il sangue fanno sentire le loro esigenze».
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