Giovani frati alla ricerca di un frutto – testimonianze #16

Giovani frati alla ricerca di un frutto – testimonianze #16

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«Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto compiere» [Dt 8,2]

Rimango sempre meravigliato e stupito di come il Signore metta una sua Parola nel mio cuore, soprattutto in passaggi particolari del mio cammino di formazione. C’è un rischio a cui mi chiede di fare attenzione: quello di dimenticare troppo presto il passato, quel passato che mi ha portato a essere presente al Presente, nel presente.  Pena del dimenticare è il lasciar sbiadire i tratti luminosi con cui il Signore ha illuminato il mio sentiero.

Guardo questo anno, trascorso accanto a persone imbrigliate dentro a dipendenze varie, incastrate nella droga e nell’alcol. Lo scopro come un tempo in cui ho attraversato dinamiche capaci di generare interrogativi, dubbi e domande, ma dove ho potuto anche sperimentare che quando “Parola”, “semplicità del Vangelo” e vissuto si intrecciano, portano frutto anche quando la realtà dei fatti può sembrare deludente.

«[Tante storie di vita consegna a noi frati] storie piene di parole, di piaceri epidermici e di rumori ad una velocità sempre crescente. Lì non regna la gioia ma l’insoddisfazione di chi non sa per cosa vive» [Papa Francesco, Gaudete et Exultate 29]

Mi piace pensare che il Signore ci consegna queste storie non per risolverle, ma semplicemente per rimetterle nelle Sue mani attraverso la preghiera, in un atto di “restituzione”, senza possedere nulla, come frate Francesco, che aveva compreso che tutto, proprio tutto, viene dal Padre e perciò va restituito, va “reso” tutto a Dio, perché solo Lui può salvare.

Storie diverse, compromesse da scelte sbagliate o da situazioni esistenziali, personali e famigliari difficili. Ma in fondo chi può dire di non avere dei cassetti dentro di se da riordinare da mettere apposto. Tutte storie che portano dentro un desiderio di felicità non tanto diverso da quello di ognuno di noi.  Spesso mi trovo a dire che non c’è poi tanta differenza tra il loro cammino e il mio. Anzi, è un cammino che stiamo facendo insieme, spalla a spalla, accompagnandoci a vicenda, imparando a riprendere in mano ogni giorno la nostra vita per essere sempre più frate, mamma, papà, figli, amici, sempre più uomini e donne capaci di amare perché amati.

«Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi» [Gv 15,12]

Amare è bello. Essere amati è bello. Però, quanta fatica a realizzare questo amore, quanta fatica a capire in che cosa consiste l’amare. Sentimenti, passioni, scelte, tutto si mescola, e amare, se non si rimane innestati nella “vite vera”, rischia di diventare sforzo.

Questo per me è stato un tempo benedetto dal Signore, dove ho capito che ciò che conta nelle relazioni non sono i risultati ma i frutti. Concludo con un immagine, quella della potatura: «ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto» [Gv 15,2]. Forse il primo frutto del tralcio potato è quella gocciolina d’acqua che esce dall’incisione provocata dalla cesoia, quella gocciolina d’acqua che il tralcio restituisce gratuitamente alla terra: il frutto, spesso, davvero non ha le sembianze che uno si aspetta!

fr. Piero

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ARTICOLO DI: Giovani Frati

“Siamo un gruppo di 23 GIOVANI FRATI Francescani Conventuali impegnati nella formazione iniziale, fra lo studio della teologia e le prime esperienze missionarie (in parrocchia, nella Basilica di s. Antonio, in ospedale, in carcere, e in altre realtà sociali). Abbiamo dai 22 ai 47 anni e arriviamo da diverse zone dell’Italia (Triveneto, Emilia-Romagna, Lombardia…), dell’Europa (Francia, Malta, San Marino, Romania, Ungheria) e del Mondo (Ghana, Burundi e Indonesia) e viviamo nel Convento Sant'Antonio Dottore, in via San Massimo, a Padova.”

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