Mt 6,19-23

Cosa mi piace accumulare?

Cosa mi piace accumulare?

Venerdì XI Settimana del Tempo Ordinario
2Re 11,1-4.9-18.20   Sal 131   Mt 6,19-23 

Accumuliamo sempre qualcosa passando nella vita, giorno per giorno. Questo non è il vero problema per il Signore Gesù che, infatti, ci esorta ad aprire i nostri occhi e verificare quale ricchezza stiamo scegliendo di accumulare. Quale? Questa è la questione.
La vera ricchezza è quella che dura per sempre. Il cuore, cioè biblicamente l’intelligenza, la volontà e l’emozione dell’uomo, individua e segue il proprio tesoro. Dove va il tuo cuore? Verso dove hai deciso di incamminarti? Qual è la tua meta? Quando, secondo te, una vita è realizzata? Bella e disarmante la chiarezza del Vangelo: se ti prefiggi come meta ciò che è al di sotto dell’eternità, non giungerai mai al compimento. Siamo fatti per l’Amore di Dio che ha un nome e un volto: Gesù Cristo, Gesù. In lui Dio ci apre alla speranza, all’orizzonte finale del nostro pellegrinaggio.
E poiché la gioia dell’eternità la possiamo gustare già qui sulla terra, il Signore ci chiede di essere attenti al nostro occhio, lampada del corpo. Un occhio «semplice» è, secondo il termine greco (aploùs), «senza pieghe», e dunque “sincero, innocente, sano, generoso”. È un occhio che è ben dentro la vita, a volte dura,  e aperto alla contemplazione del mondo futuro; un occhio così è segno di un cuore che accumula carità nelle piccole azioni di ogni giorno e nella fedeltà all’amore di Gesù.

Signore, donami occhi per contemplare il Tuo Amore.

Dalla Vita Seconda di Tommaso da Celano [FF 640]
[…] attingeva dalla Parola increata ciò che riecheggiava nelle parole. Oh, quanto siamo diversi oggi, noi che avvolti dalle tenebre ignoriamo anche le cose necessarie! E quale la causa, se non perché siamo amici della carne ed anche noi ci imbrattiamo di mondanità? Se invece assieme alle mani, innalzassimo i nostri cuori al cielo, se stabilissimo la nostra dimora nei beni eterni, verremmo forse a conoscere ciò che ignoriamo: Dio e noi stessi.
Chi vive nel fango, vede necessariamente solo fango; mentre non è possibile che l’occhio fisso al cielo non comprenda le realtà celesti.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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