Mc 10,28-31

Povertà e persecuzione … sorelle nostre

Martedì VIII Settimana Tempo Ordinario
1Pt 1,10-16    Sal97     Mc 10,28-31

La radice della sequela è nel diventare poveri facendo spazio a una nuova vita, a nuove relazioni, a nuovi luoghi, a nuove parole… alla Parola! Lasciare non significa non avere a cuore… lasciare nel senso evangelico significa dimenticarmi di me stesso per avere uno sguardo limpido, stupito e ampio su ciò che è fuori di me e che mi interpella. Al termine degli incontri sui Dieci Comandamenti, Roberto Benigni dice alcune belle parole: “La vita è mistero ed è molto di più di quello che capiamo, e per questo resiste, e meno male che è così. E ognuno di noi comprende che potrebbe capitare qualcosa di infinito… per questo non ci resta che inchinarci!”. Così è anche la sequela, molto di più di quanto possiamo immaginare o pensare! Il Vangelo ci chiede di lasciare concretamente ciò che abbiamo di più vicino per trovare il centuplo che è dono davanti al quale inchinarci, è qualcosa di infinito che arriva nel momento in cui sappiamo ringraziare e ci sentiamo liberi verso ciò che già abbiamo.
E le persecuzioni? Quelle della fede le sperimentiamo nel momento in cui speriamo nell’eterno e non siamo più disposti a dar spazio ai piccoli compromessi che limitano la grandezza e la bellezza della nostra vita tutta per il Signore!

Grazie Signore per il centuplo, “cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo”, dono che ci fa stupire e ci fa vedere la tua grandezza!

Dal Sacrum Commercium [1994]
Ma la perfezione di tutte le virtù, cioè madonna Persecuzione, alla quale come a me Dio ha consegnato il regno dei cieli, era con me in ogni circostanza, fedele aiutante, forte cooperatrice, saggia consigliera, e se talvolta vedeva qualcuno intiepidire nella carità, dimenticare anche per poco le cose celesti, affezionarsi in qualsiasi modo ai beni terreni, subito alzava la voce, scuoteva l’esercito, copriva di vergogna il volto dei miei figli perché cercassero il nome del Signore.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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