Ma è vero che i frati stanno sempre chiusi in convento? LUOGHI COMUNI #1

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1-Luoghi-comuniABCTra i tanti luoghi comuni su noi frati, questo è sicuramente quello più ricorrente. Soprattutto quando mi capita di incontrare dei giovani, o di andare in qualche scuola, l’idea è sempre questa: perché una vita in “prigione”, che senso ha?

Di solito, per far sorridere, dico: “ehi, non siamo mica monaci!”. In effetti se il monastero è pensato proprio perché la vita quotidiana si svolga al suo interno (fra preghiera e lavoro), il convento francescano è per sua natura un luogo aperto (infatti deriva da “con-venire” = ritrovarsi insieme), un luogo in cui i frati arrivano e partono. Per andare dove? Per stare fra la gente, per vivere spalla a spalla la vita quotidiana di ogni uomo e donna.

In effetti questa idea di vivere la vita religiosa in mezzo alla gente non era così normale ai tempi di San Francesco. Anzi, era proprio uno scandalo! E infatti anche Francesco non era proprio sicuro di vivere questo stile. Guarda cosa scrive San Bonaventura per raccontare la nascita del primo convento francescano (il nostro “Proto-convento” di Rivotorto):

«[Francesco] mosse con i compagni la questione se dovevano vivere abitualmente in mezzo alla gente o appartarsi nei luoghi solitari. Dopo aver indagato con l’insistenza della preghiera quale fosse il volere di Dio su questo punto, fu illuminato da una rivelazione e comprese […]: stabilì, che bisognava scegliere di vivere per tutti, piuttosto che per sé solo. Si raccolse con i frati in un tugurio abbandonato, vicino ad Assisi, per viverci la vita religiosa secondo la norma della santa povertà e predicare alle popolazioni la parola di Dio, secondo l’opportunità del tempo e del luogo. Divenuto, quindi araldo del Vangelo, si aggirava per città e paesi, annunciando il regno di Dio non con il linguaggio dotto della sapienza umana, ma nella potenza dello Spirito Santo». [LMin 2,5; FF 1343B]

E infatti lo stesso Francesco scrive a tutti i suoi frati:

«Ascoltate, miei signori, figli e fratelli: lodate il Signore, poiché è buono, ed esaltatelo nelle opere vostre, poiché per questo vi mandò per il mondo intero, affinché rendiate testimonianza alla voce di lui, con la parola e con le opere, e facciate conoscere a tutti che non c’è nessuno Onnipotente eccetto Lui». [LettOrd; FF 216]

E questa vi sembra la vita di uno in “prigione”?

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Così anche noi, frati del 2018 (più di 800 anni dopo), abbiamo sì nel convento la nostra casa (dove viviamo in fraternità, dove ci ritroviamo per pregare insieme più volte al giorno, dove pure ci riposiamo…), ma siamo mandati ogni giorno nei posti più disparati: nelle case, nelle parrocchie, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, per le strade, nei santuari, nelle comunità e persino in lontane terre di missione.

Qualche volta mi sono sentito dire:

“eh, ma voi frati vivete fuori dal mondo, non li conoscete i problemi della gente!”

Effettivamente qui in convento non ci sono bambini che ti svegliano alle tre di notte, e nemmeno abbiamo l’ansia del mutuo da pagare a fine mese…
Però, mi chiedo: forse che passare ore in un confessionale non ti mette a contatto con i problemi della gente?
Forse che percorrere le corsie di un ospedale o le sezioni di un carcere non ti fa incontrare le ferite più sanguinanti di questa umanità?
Stare nelle scuole, nelle parrocchie, andare per le case, non ti sbatte forse in faccia la realtà più concreta della vita di ogni uomo o donna, giovane o anziano che sia?

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Sapete, quando qualcuno chiedeva ai primi frati dove stesse il loro chiostro (il luogo simbolo della clausura monastica), loro lo conducevano su un colle e gli mostravano «tutt’intorno la terra fin dove giungeva lo sguardo, dicendo: “Questo è il nostro chiostro!”» [SacCom 63; FF 2022].

Il mondo intero è il nostro chiostro! E se ci sono delle sbarre, se ci sono delle prigioni in questo nostro povero e amato mondo, beh allora è proprio lì che vogliamo andare, per portarci il Signore Gesù, metterlo in mezzo al suo popolo, e lasciare che Lui possa fare ciò per cui è venuto: “liberare i prigionieri!” [Lc 4,18].

Guarda il nostro video promo su Youtube! 

Guarda gli altri “Luoghi comuni sui frati”! 

 …to be continued!

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ARTICOLO DI: Giovani Frati

“Siamo un gruppo di 23 GIOVANI FRATI Francescani Conventuali impegnati nella formazione iniziale, fra lo studio della teologia e le prime esperienze missionarie (in parrocchia, nella Basilica di s. Antonio, in ospedale, in carcere, e in altre realtà sociali). Abbiamo dai 22 ai 47 anni e arriviamo da diverse zone dell’Italia (Triveneto, Emilia-Romagna, Lombardia…), dell’Europa (Francia, Malta, San Marino, Romania, Ungheria) e del Mondo (Ghana, Burundi e Indonesia) e viviamo nel Convento Sant'Antonio Dottore, in via San Massimo, a Padova.”

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Messaggero di Sant'Antonio