Pietruzze annuali

Pietruzze annuali

“I membri di una qualche antica tribù avevano la consuetudine di mettere una pietruzza bianca o nera in un vaso alla fine di ogni giornata, in base all’andamento positivo o negativo del giorno. Un’abitudine sensata. Poi, in occasione della morte di qualcuno, si rovesciava il vaso e si poteva quindi constatare se la sua era stata una vita felice o no. Invece di tale rito con le pietruzze, alla fine della giornata io potrei scrivere in questo quaderno: la vita è bella o miserabile o difficile o deliziosa, ecc. Lo farò una volta per un mese intero. Sarà divertente vedere come va a finire. Adesso, alle undici e mezzo di giovedì sera, 7 agosto 1941, posso scrivere con assoluta convinzione: la vita è buona” (Dal Diario di Etty Hillesum)

Alla fine del 2016 ho deciso di fare questa esperienza suggerita da Etty, non per svuotare il vaso alla mia morte, ma alla fine del 2017. Così mi sono preparata 365 pietruzze, alcune bianche, alcune nere e ne ho aggiunte di bianche e nere insieme…

Quello che poteva sembrare un giochetto, si è rivelato un aiuto per la mia vita spirituale. È stato importante la sera fermarsi con calma, ripercorrere la giornata e dire: «Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore […] Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà» (Sal 137 1a.2b) e aggiungere la pietruzza bianca, espressione della giornata bella e feconda che avevo vissuto.

Oppure aggiungere al rendimento di grazie anche «O Dio, abbi pietà di me peccatore» (Lc 18,13) e mettere nel barattolo la pietruzza bianca e nera, segno di una giornata non tutta felice, ma segnata anche dalla mia fragilità.

Oppure ancora, oltre a chiedere perdono, affidare a Dio la mia rabbia, la mia delusione, la mia durezza, la mia incomprensione e aggiungere la pietruzza nera, simbolo di una giornata “no”.

E siamo giunti all’ultimo giorno dell’anno. Ho svuotato il barattolo e contato le pietruzze, sono di più quelle bianche, ma ce ne sono anche abbastanza di bianche e nere e anche un notevole numero di nere.

Davanti a tutto questo mi vengono in mente le parole di Francesco: «E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamogli grazie, perché procedono tutti da Lui. E lo stesso altissimo e sommo, solo vero Dio abbia, e gli siano resi ed Egli stesso riceva tutti gli onori e la reverenza, tutte le lodi e tutte le benedizioni, ogni rendimento di grazia e ogni gloria, poiché suo è ogni bene ed Egli solo è buono». (RnB XVII,17-18: FF 49); ma anche una preghiera per il 2018: che il Signore possa cambiare ciò che oggi è, o ci sembra, amaro (pietruzze nere) in dolcezza di animo e di corpo (cf. Test 3: FF 110).

Buona fine 2017 e cari auguri per un 2018 ricco di “pietruzze bianche”

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ARTICOLO DI: Raffaella Cavalera

“Raffaella Cavalera, licenziata in Teologia spirituale, presso la Facoltà Teologica del Triveneto.”

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