I come… imperatore!

I come… imperatore!

È inevitabile che Gesù e i suoi seguaci, e prima di loro il popolo ebraico, tanto quanto Francesco, Chiara e i loro compagni e compagne, prima o poi si incontrassero o scontrassero con il potere costituito. Che abbiano dovuto fare i conti con re, imperatori e tutti quei gaglioffi che fanno da contorno ai troni. Perché quelli erano tempi in cui il potere era indiscusso, in qualche modo “divino”, e pervadeva tutti gli ambiti della vita delle persone. E ben presto, i personaggi di cui prima, portatori di altre scelte di vita e di altri valori, non potevano che entrare in rotta di collisione con questo potere. Basti pensare a Francesco che, da Rivotorto, nemmeno lui in persona (come dire che un imperatore non meritava che ci si scomodasse per lui…), ma invia un frate a predicare la conversione all’imperatore Ottone IV, che scendeva verso Roma per farsi incoronare (sarà a Roma il 4 ottobre 1209): «Passando un giorno per quelle contrade con grande pompa e clamore l’imperatore Ottone, che si recava a ricevere “la corona dell’impero terreno”, il santissimo padre, che con gli altri si trovava nel predetto tugurio, situato vicino alla via di transito, non volle neppure uscire fuori per vederlo, né permise che i suoi vi andassero, eccetto uno il quale doveva annunciare con fermezza all’imperatore che ben poco ancora sarebbe durata la sua gloria» (1Cel 43: FF 396).
Più o meno lo stesso che Iotam dice in parabola agli israeliti che bramavano di farsi comandare da un re come tutti gli altri: «Si misero in cammino gli alberi / per ungere un re su di essi. / Dissero all’ulivo: / “Regna su di noi”. / Rispose loro l’ulivo: / “Rinuncerò al mio olio, / grazie al quale / si onorano dèi e uomini, / e andrò a librarmi sugli alberi?”. / Dissero gli alberi al fico: / “Vieni tu, regna su di noi”. / Rispose loro il fico: / “Rinuncerò alla mia dolcezza / e al mio frutto squisito, / e andrò a librarmi sugli alberi?”. / Dissero gli alberi alla vite: / “Vieni tu, regna su di noi”. / Rispose loro la vite: / “Rinuncerò al mio mosto, / che allieta dèi e uomini, / e andrò a librarmi sugli alberi?”. / Dissero tutti gli alberi al rovo: / “Vieni tu, regna su di noi”. / Rispose il rovo agli alberi: / “Se davvero mi ungete re su di voi, / venite, rifugiatevi alla mia ombra; / se no, esca un fuoco dal rovo / e divori i cedri del Libano”» (Gdc 9,8-15). Solo credere in Dio ci permette di gridare che «il re è nudo!», come fa il bambino nella favola I vestiti nuovi dell’imperatore di Hans Christian Andersen. Per fede, perciò, e non per semplice calcolo politico o ideologico. Tant’è che, allo stesso tempo, si deve pregare per chi è in autorità (1Tm 2,1-4), e sarebbe davvero bene ricordarsene di questi tempi. E all’imperatore bisogna comunque chiedere, anche di dare abbondantemente da mangiare agli uccelli il giorno di Natale (CAss 14: FF 1560). Ma non bisogna assolutamente imitarne il potere e le sue forme: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo» (Mt 20,25-27; citato in Rnb 5,10-12: FF 19).
Perché alla fin fine «il Signore, vostro Dio, è vostro re» (1Sam 12,12), «grande Imperatore» è Dio (2Cel 106: FF 693), e noi siamo chiamati ad essere sposi e spose del «sommo Re dei cieli» (3LAg 1: FF 2883)!
(Alfabeti improbabili. A zonzo tra Bibbia e Fonti Francescane/77)

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ARTICOLO DI: Fabio Scarsato

“Fra Fabio Scarsato – Originario di Brescia, frate minore conventuale, è appassionato di san Francesco e francescanesimo, che declina come stile di vita personale e come testimonianza agli altri. È passato attraverso esperienze caritativo-sociali con minori e giovani in difficoltà, esperienze parrocchiali e santuariali nella trentina Val di Non (Sanzeno e S. Romedio), di insegnamento della spiritualità francescana, condivisione di esercizi spirituali e ritiri, grest e campiscuola anche intereligiosi, esperienze di eremo e silenzio. Attualmente vive al Villaggio S. Antonio di Noventa Padovana, ed è direttore editoriale del Messaggero di S. Antonio, del Messaggero dei ragazzi e delle Edizioni Messaggero Padova.”

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