2Cor 13,11-13

fede in 3d

fede in 3d

«Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda,
abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi.
Salutatevi a vicenda con il bacio santo.
Tutti i santi vi salutano.
La grazia del Signore Gesù Cristo,
l’amore di Dio
e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi»
(2Cor 13,11-13)

Padre, fedele e misericordioso, che ci hai rivelato il mistero della tua vita donandoci il Figlio unigenito e lo Spirito di amore, sostieni la nostra fede e ispiraci sentimenti di pace e di speranza, perché riuniti nella comunione della tua Chiesa benediciamo il tuo nome glorioso e santo” (Colletta bis della solennità).

Domenica 11 giugno, Solennità della Santissima Trinità – Paolo chiude la sua seconda lettera ai Corinzi, chiamandoli “fratelli” e non “discepoli”, perché è la dimensione della fraternità davanti all’unico Dio-Padre quella che Paolo predilige. Li invita alla gioia; li invita alla perfezione; li esorta ad un mutuo coraggio e alla condivisione dei sentimenti; auspica per loro la pace, perché così “il Dio dell’amore e della pace sarà con voi”. Un insieme di inviti ed esortazioni che definiscono un “gruppo” di credenti che si distingue dall’ambiente pagano: anche il “bacio santo” è una forma di saluto praticato nelle prime assemblee cristiane (1Pt 5,14; 1Cor 16,20; Rm 16,16; 1Ts 5,26) che segna la nuova fratellanza in Dio tra padroni e schiavi, ebrei e greci, uomini e donne. Sono questi “tutti i santi” (ossia i battezzati) che salutano con Paolo la comunità lontana di Corinto… e attraverso la lettera pervenutaci, salutano tutti noi “santi” di oggi!

La lettera termina con una formula che nasce in ambiente liturgico antico e raggiunge pure noi oggi nelle nostre liturgie, nei saluti iniziali o come dossologia prima delle benedizioni. E’ già una (antichissima) professione di fede nella Trinità. “La grazie del Signore Gesù Cristo”: egli è il Signore del mondo e può far grazia ai suoi sudditi; “l’amore di Dio”: l’essenza di Dio è la carità; “la comunione dello Spirito Santo” che ha chiamato il cristiano dalla morte alla vita e continua a muoverlo nel suo impegno di evangelizzazione.

L’uomo deve imparare a vivere in relazione con la Trinità: rivolgersi a Dio come Padre da cui deriva ogni paternità; prendere contatto con il Figlio, che si è fatto uomo per salvarci: un fatto attuale nell’Eucarestia; animare la nostra vita nello Spirito di amore, che santifica e viene in aiuto alla nostra debolezza. Un invito a scoprire l’azione di Dio per noi (il Padre), con noi (il Figlio), in noi (lo Spirito).

Il Dio di Gesù è Comunità e noi siamo popolo adunato per essere nella gioia dell’unità. Così comprendiamo o, meglio, riusciamo ad intuire la radice del mistero trinitario. Ed ecco la rivelazione della Trinità. Dio non è lo splendido solitario; in Dio c’è circolazione di vita, di parola e di amore. Gli uomini di oggi sono spesso infelici, emarginati, soli, perché sono ad una dimensione (cf. Marcuse). C’è invece in noi la dimensione verticale, l’anelito alla trascendenza: il Padre; la dimensione orizzontale, sociale e di gruppo, verso il fratello: il Cristo; la dimensione del Profondo: lo Spirito Santo, amore.

San Francesco, come ogni creatura che conosce il suo Creatore, non ha bisogno di “occhialini 3d” per contemplare Dio. Dall’incontro con Dio attraverso la Scrittura, l’Eucaristia e i fratelli (anche queste 3 dimensioni relazionali) sa accogliere ed amare anche il mistero trinitario che abbondantemente è presente nei suoi scritti. Solo per qualche esempio:

«E poiché tutti noi miseri e peccatori non siamo degni di nominarti, [o Padre], supplici preghiamo che il Signore nostro Gesù Cristo Figlio tuo diletto, nel quale ti sei compiaciuto, insieme con lo Spirito Santo Paraclito ti renda grazie, così come a te e ad essi piace, per ogni cosa, Lui che ti basta sempre in tutto e per il quale a noi hai fatto cose tanto grandi. Alleluia». Francesco d’Assisi, Regola non bollata, XXIII : FF 66.

«Questa o simile esortazione e lode tutti i miei frati, quando vogliono, possono rivolgere a ciascun uomo con la benedizione di Dio: “Temete e onorate, lodate e benedite, ringraziate e adorate il Signore Dio onnipotente nella Trinità e nell’unità, Padre e Figlio e Spirito Santo, creatore di tutte le cose». Francesco d’Assisi, Regola non bollata, XXI : FF 55.

«Santa Maria Vergine, non vi è alcuna simile a te, nata nel mondo, fra le donne, figlia e ancella dell’altissimo Re, il Padre celeste, madre del santissimo Signore nostro Gesù Cristo, sposa dello Spirito Santo; prega per noi con san Michele arcangelo e con tutte le virtù dei cieli, e con tutti i santi, presso il tuo santissimo Figlio diletto, nostro Signore e Maestro. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, come nel principio e ora e sempre e nei secoli dei secoli. Amen». Francesco d’Assisi, Ufficio della Passione : FF 281

«Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio, concedi a noi miseri di fare, per tuo amore, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che a te piace, affinché, interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio  diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, e con l’aiuto della tua sola grazia giungere a te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice vivi e regni e sei glorificato, Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli. Amen». Francesco d’Assisi, Lettera a tutto l’Ordine, VII : FF 233.

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ARTICOLO DI: Andrea Vaona

“fr. Andrea Vaona - francescano conventuale, contento di essere frate. Nato sul limitare della laguna veneta, vive in città con il cuore in montagna, ma volentieri trascina il cuore a valle per il servizio ministeriale-pastorale in Basilica del Santo a Padova e con l'OFS regionale del Veneto. Scrive (poco) e legge (molto). Quasi nativo-digitale, ha uno spazio web: frateandrea.blogspot.com per condividere qualche bit e idea.”

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