N come… nascondere!

N come… nascondere!

Naturalmente molti sono nella Bibbia e nelle Fonti francescane gli usi più ovvi e scontati del verbo nascondere. «L’uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino» (Gen 3,8), o, meglio, visto come finì la storia, presunse di potersi nascondere. Da par suo pure Dio, che del resto vede tutto, anche ciò che agli occhi degli uomini pare nascosto (cf. Sir 39,19; Ger 16,17; Eb 4,13), può sempre nascondere il suo volto (cf. Dt 32,20; Gb 13,24; Mi 3,4), dove il volto sta per il tutto: «veramente tu sei un Dio nascosto» (Is 45,15). E dev’essere qualcosa di terribile per l’uomo, se il salmista invoca: «Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?» (Sal 13,2). Per il resto, molto pragmaticamente, ci si nasconde per salvare la vita o per scampare ad un pericolo mortale. Si nascondono le spie inviate da Giosuè a Gerico (Gs 2,16), si nascondono gli israeliti al tempo di Antioco Epìfane (1Mac 1,53), si nascondono assieme Geremia e Baruc (Ger 36,19), nascosti sono indubitabilmente i briganti di Montecasale (Spec 66: FF 1759), e persino Gesù si nascose, e neanche una sola volta (Gv 8,59; 12,36). Così lo stesso Francesco, che rimase «nascosto per un mese» in una grotta vicino a S. Damiano per paura del padre (1Cel 10: FF 336).
Oppure, e anche questo lo conosciamo bene, ci si nasconde per vergogna, come Elisabetta e la sua gravidanza tardiva (Lc 1,24), o la donna emorroissa (Mc 5,33). Per Francesco si trattò piuttosto della voglia di ascoltare un po’ di musica durante la malattia, a quanto pare da lui ritenuto un desiderio poco consono (CAss 66: FF 1594). Mentre per Chiara, magari non per vergogna ma per umiltà, si trattava di aiutare i poveri di nascosto (LegsC 2: FF 3158). Ma persino per eccitare la passione amorosa (Ct 2,14)! Insomma, fa piacere constatare che anche nascondersi, sport da noi molto frequentato, ha diritto di stare tra queste pagine!
Colpisce, infine, che nascondere diventi persino verbo “virtuoso”, sia nel bene che nel male. Dio può così nascondere i suoi progetti d’amore ai sapienti per rivelarli solo ai piccoli (Mt 11,25). E se del resto non vi è «nulla di nascosto che non debba essere messo in luce» (Mc 4,22), e allo stesso tempo «non può restare nascosta una città che sta sopra un monte» (Mt 5,14), è però bene che si preghi nel segreto della propria camera, addirittura chiusa per bene la porta (Mt 6,5-6; Francesco si atterrà rigorosamente a questa indicazione evangelica: cf. 2Cel 99: FF 686). Fino all’affermazione perentoria di Paolo: «la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio» (Col 3,3)! Autocoscienza di una dialettica tra “nascosto” e “rivelato” che sembra proprio attraversare provocatoriamente tutta l’esperienza del cristiano. Di nuovo, da una parte «le opere buone […] non possono rimanere nascoste» (1Tm 5,25), dall’altra per Francesco è «beato il servo che custodisce nel suo cuore i segreti del Signore» (Am 28,3: FF 178), a cui fa eco Chiara, che ad Agnese di Praga scrive: «per sentire anche tu ciò che sentono i suoi amici gustando la dolcezza nascosta che Dio stesso fin dall’inizio ha riservato a coloro che lo amano» (3LAg 14: FF 2889). Insomma, la vita con Dio è una grande partita a nascondino: a chi tocca stare sotto adesso?
(Alfabeti improbabili. A zonzo tra Bibbia e Fonti Francescane/62)

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ARTICOLO DI: Fabio Scarsato

“Fra Fabio Scarsato – Originario di Brescia, frate minore conventuale, è appassionato di san Francesco e francescanesimo, che declina come stile di vita personale e come testimonianza agli altri. È passato attraverso esperienze caritativo-sociali con minori e giovani in difficoltà, esperienze parrocchiali e santuariali nella trentina Val di Non (Sanzeno e S. Romedio), di insegnamento della spiritualità francescana, condivisione di esercizi spirituali e ritiri, grest e campiscuola anche intereligiosi, esperienze di eremo e silenzio. Attualmente vive al Villaggio S. Antonio di Noventa Padovana, ed è direttore editoriale del Messaggero di S. Antonio, del Messaggero dei ragazzi e delle Edizioni Messaggero Padova.”

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