M come… maledizione!

M come… maledizione!

Ci sono episodi dove non ti aspetteresti un Gesù così. E neppure un Francesco così. I due simili anche in queste reazioni così poco scientifiche e così esageratamente impulsive.
Prendiamo, per esempio, quella volta che Gesù, «la mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all’albero, disse: “Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!”» (Mc 11,12-14). Povero fico, era colpa sua se non era stagione da frutti? O quella volta che Francesco maledì e stecchì istantaneamente la povera maiala del monastero di S. Verecondo, solo perché si era divorata un agnellino appena nato? «“Maledetta sia quell’empia che ti ha ucciso. E nessuno, uomo o bestia, possa mangiare la sua carne!”. Cosa meravigliosa: la porca malefica immediatamente si ammalò e, dopo avere scontato con tre giorni di sofferenza la sua colpa, subì finalmente l’esecuzione vendicatrice. Fu gettata nel fossato del monastero e là rimase per molto tempo, divenendo secca come un’asse. Nessuno, per quanto affamato, si cibò della sua carne» (LegM 8,6: FF 1146). La sua colpa? Il maiale è onnivoro: non è sua colpa se gli piace anche un po’ di carne. Ma la maledizione di Francesco è altrettanto esplicita anche nei confronti dei frati: «La sua terribile sentenza di maledizione colpiva quelli che con opere inique e cattivi esempi violavano la santità dell’Ordine» (2Cel 156: FF 740). Del resto la Bibbia è piena di maledizioni per i peccatori e gli ingiusti. Anche sulla bocca di Gesù: «dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli”» (Mt 25,41)! Le citazioni si sprecano: «Maledetto l’uomo che fa un’immagine scolpita o di metallo fuso» (Dt 27,15), «Maledetto l’uomo che non ascolta le parole di questa alleanza» (Ger 11,3).
Tutta la vita dell’uomo è davanti alla scelta: o la maledizione o la benedizione (Dt 11,26)! Che non è faccenda di sfiga o di fortuna: ma la capacità di “dire bene” o di “dire male”, di sé, di Dio e di tutto il resto. “Raccontare” la propria vita come un’interminabile tragedia, o piuttosto come un’avventura emozionane e avvincente, pur con i suoi alti e bassi.
Per questo per Francesco maledetti sono «coloro che dimenticano il Signore e si allontanano dai suoi comandamenti» (Lrp 3: FF 211), o chi riceve indegnamente il corpo del Signore (LOrd 19-20: FF 219). Il cristiano invece è chiamato alla benedizione, sempre: «benedite coloro che vi maledicono» (Lc 6,28). Anche su di sé. Così Francesco «chiamò un uomo di umile condizione e semplice assai, e lo pregò che, facendo le veci del padre, quando questi moltiplicava le sue maledizioni egli di rimando lo benedicesse» (2Cel 12: FF 596). In questo caso, più che mai, il povero immagine di Cristo, che «ci ha riscattati dalla maledizione della Legge, diventando lui stesso maledizione per noi, poiché sta scritto: Maledetto chi è appeso al legno, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse ai pagani e noi, mediante la fede, ricevessimo la promessa dello Spirito» (Gal 3,13-14).
(Alfabeti improbabili. A zonzo tra Bibbia e Fonti Francescane/61)

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ARTICOLO DI: Fabio Scarsato

“Fra Fabio Scarsato – Originario di Brescia, frate minore conventuale, è appassionato di san Francesco e francescanesimo, che declina come stile di vita personale e come testimonianza agli altri. È passato attraverso esperienze caritativo-sociali con minori e giovani in difficoltà, esperienze parrocchiali e santuariali nella trentina Val di Non (Sanzeno e S. Romedio), di insegnamento della spiritualità francescana, condivisione di esercizi spirituali e ritiri, grest e campiscuola anche intereligiosi, esperienze di eremo e silenzio. Attualmente vive al Villaggio S. Antonio di Noventa Padovana, ed è direttore editoriale del Messaggero di S. Antonio, del Messaggero dei ragazzi e delle Edizioni Messaggero Padova.”

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