Q come… quaresima!

Q come… quaresima!

Per quanto la cerchiate, questa parola non la troverete proprio nella Bibbia! Diverso nelle Fonti Francescane, dove ne troviamo di tutti i tipi, oltre a quella che tutti conoscono e che accompagna liturgicamente per quaranta giorni il fedele fino alla Settimana Santa. La Quaresima per definizione, che san Francesco considera obbligatoria per tutti i frati (Rb 3,7: FF 84). E che lui stesso trascorreva nel digiuno e nel silenzio, per esempio quella volta su un’isola del lago Trasimeno (Fior 7: FF 1835). Questo problema non si poneva nello stesso modo per le povere signore di S. Damiano, dato che si erano già obbligate a digiunare «in ogni tempo» (RsC 3,8: FF 2768). In questo tempo liturgico eventualmente si sarebbe dovuto inasprire il silenzio in parlatorio, fatte salve le solite eccezioni per «manifesta necessità» (RsC 5,16-17: FF 2786).
Ma Francesco ha in mente altre “quaresime”, questa volta lasciate alla buona volontà e alla devozione dei singoli frati. Quella cosiddetta “dell’Epifania”: «In pegno di una singolare devozione verso Cristo, a cominciare dalla festa dell’Epifania per quaranta giorni continui, cioè per tutto il tempo in cui Cristo rimase nascosto nel deserto, si ritirava nella solitudine e, recluso nella cella, riducendo cibo e bevanda al minimo possibile, si dedicava senza interruzione ai digiuni, alle preghiere e alle lodi di Dio» (LegM 9,2: FF 1163; cf. Rb 3,6: FF 84). Quella “di Avvento”: «E digiunino dalla festa di Tutti i Santi fino alla Natività del Signore» (Rb 3,5: FF 84; cf. 2Cel 131: FF 715. In CAss 81: FF 1611 si parla della «quaresima di san Martino», perché era uso nel Medioevo prepararsi al Natale a partire dall’ottava della festa di Ognissanti). Quella “di san Michele”, che Francesco trascorreva spesso alla Verna, e durante la quale ottenne il dono delle stimmate: «a onore di san Michele, tra la festa dell’Assunzione e la sua (29 settembre), digiunava con la massima devozione per quaranta giorni» (2Cel 197: FF 785). Quella «dalla festa degli apostoli Pietro e Paolo (29 giugno) fino alla festa dell’Assunzione» (LegM 9,3: FF 1165). Per un totale di 160 giorni su 365, di cui quattro “quaresime” attaccate (santi apostoli e san Michele, Epifania e Quaresima), e altre due a soli 6 giorni l’una dall’altra (Avvento e Epifania). E tutte ugualmente nel massimo rigore (cf. Spec 62: FF 1752)! C’è sotto qualcosa…
Infatti il termine “quaresima” deriva dal latino “quadragesima”, e cioè “quaranta giorni”. La durata del diluvio sulla terra (Gen 7,17), i giorni che Mosè rimase sul Sinai con Dio (Es 34,28), gli anni trascorsi dal popolo nel deserto (Nm 14,34), il cammino di Elia nel deserto (1Re 19,8). E naturalmente i 40 giorni del Gesù delle tentazioni (Mc 1,12). In tutti questi esempi, c’è una relazione molto forte tra esperienza di Dio, soprattutto esperienza della sua misericordia, e digiuno.
È allora significativo che le sorelle si ricordino di alcuni umili e squisiti gesti di servizio e di carità di santa Chiara accaduti proprio «nella quadragesima» (Proc 10,6: FF 3074)!
(Alfabeti improbabili. A zonzo tra Bibbia e Fonti Francescane/58)

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ARTICOLO DI: Fabio Scarsato

“Fra Fabio Scarsato – Originario di Brescia, frate minore conventuale, è appassionato di san Francesco e francescanesimo, che declina come stile di vita personale e come testimonianza agli altri. È passato attraverso esperienze caritativo-sociali con minori e giovani in difficoltà, esperienze parrocchiali e santuariali nella trentina Val di Non (Sanzeno e S. Romedio), di insegnamento della spiritualità francescana, condivisione di esercizi spirituali e ritiri, grest e campiscuola anche intereligiosi, esperienze di eremo e silenzio. Attualmente vive al Villaggio S. Antonio di Noventa Padovana, ed è direttore editoriale del Messaggero di S. Antonio, del Messaggero dei ragazzi e delle Edizioni Messaggero Padova.”

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