H come… handicap!

H come… handicap!

Nella Bibbia possiamo tutt’al più trovare l’ebraico, l’aramaico, il greco e il latino. Nelle Fonti Francescane anche meno. Fondamentalmente il latino e un po’ di italiano che cominciava a muovere allora i suoi primi passi. Ma di inglese neanche un accenno. Così è chiaro che della parola “handicap” non ve n’è traccia né nell’una né nelle altre. Si fa fatica anche a ritrovare sinonimi. Un po’ perché non era così evidente la distinzione tra malattie fisiche guaribili, problemi più o meno psicologici o sindromi genetiche. Tutte più o meno raggruppate sotto la colpa morale, come conseguenza del peccato personale, della possessione diabolica o della maledizione. Per cui in realtà ci sono “handicappati” tra le pagine di Bibbia e Fonti Francescane.
Pensiamo a Giacobbe claudicante dopo l’incontro di wrestling con l’angelo sulle rive dello Iabbok (Gen 32,32), Tobi accecato dagli escrementi di un passerotto (Tb 2,9-10), forse un Mosè balbuziente (Es 4,10), il figlio di Gionata storpio dalla nascita (2Sam 4,4), fino a Sansone accecato dai filistei (Gdc 16,21). Per non parlare della sfilza di ciechi, zoppi, paralitici, sordomuti, donne curve, incontrati da Gesù e dai suoi discepoli lungo le strade della Palestina (cf. Mt 15,30; Gv 9,1; Lc 5,18; 13,11; At 8,7. Simili miracoli sono attribuiti a Francesco: 1Cel 127-136: FF 544-553, e a Chiara: LegsC 36: FF 3267). Abbiamo persino traccia di come, allora come ora, fosse assai difficile a queste persone vedersi riconosciute dignità e diritti: i deformi sono esclusi dal sacerdozio (Lv 21,16-21), mentre «non entrerà nella comunità del Signore chi ha i testicoli schiacciati o il membro mutilato» (Dt 23,2). Del resto, nel paese dei Gerasèni un povero ragazzo “disturbato” «aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene» (Mc 5,3). Diversa invece l’esperienza di san Paolo che, pur lamentandosi di una misteriosa “spina nella carne” (2Cor 12,7), pur tuttavia poteva dire: «Sapete che durante una malattia del corpo vi annunciai il Vangelo la prima volta; quella che, nella mia carne, era per voi una prova, non l’avete disprezzata né respinta, ma mi avete accolto come un angelo di Dio, come Cristo Gesù» (Gal 4,13-14).
San Francesco stesso non si risparmiò nessuna esperienza di limite fisico, di handicap. Negli ultimi anni della sua vita è cieco (2Cel 166: FF 752), e dopo le stimmate non è più in grado di deambulare tant’è che deve accettare di essere trasportato da un asinello, quasi fosse una moderna carrozzina, accudito da frati-badanti (FiorCons 4: FF 1927; 1Cel 102: FF 498-499), o, meglio, come aveva egli stesso indicato, da frati-mamme (Rer 1: FF 136; cf. RsC 8,15-16: FF 2798). Del resto, invalide parziali c’erano anche a S. Damiano (una suora sorda a un orecchio: Proc 3,17: FF 2983), mentre qualche ragionevole dubbio sulla sanità mentale di fraticelli come Ginepro sussiste (Vita fratris Iuniperi, in Chronica XXIV Generalium, pp. 54-56)…
Tanto più esplicito risalta allora l’ordine a frati e suore: «Comando fermamente a tutti i frati che […] per le necessità degli infermi […] si prendano sollecita cura secondo i luoghi e i tempi e i paesi freddi, così come sembrerà convenire alla necessita» (Rb 4: FF 87; cf. RsC 8,12-14: FF 2797)!
(Alfabeti improbabili. A zonzo tra Bibbia e Fonti Francescane/57)

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ARTICOLO DI: Fabio Scarsato

“Fra Fabio Scarsato – Originario di Brescia, frate minore conventuale, è appassionato di san Francesco e francescanesimo, che declina come stile di vita personale e come testimonianza agli altri. È passato attraverso esperienze caritativo-sociali con minori e giovani in difficoltà, esperienze parrocchiali e santuariali nella trentina Val di Non (Sanzeno e S. Romedio), di insegnamento della spiritualità francescana, condivisione di esercizi spirituali e ritiri, grest e campiscuola anche intereligiosi, esperienze di eremo e silenzio. Attualmente vive al Villaggio S. Antonio di Noventa Padovana, ed è direttore editoriale del Messaggero di S. Antonio, del Messaggero dei ragazzi e delle Edizioni Messaggero Padova.”

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