At 10,34-38

Dio non fa preferenze di persone

Dio non fa preferenze di persone

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse:
«In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga.
Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti.
Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui» (At 10,34-38)

8 gennaio – Festa del Battesimo di Gesù – La visita dei Magi guidati dalla stella, il battesimo di Cristo al Giordano e il primo miracolo alle nozze di Cana, tutto questo è concentrato nella festa dell’Epifania, come ci racconta il bellissimo inno Hostis Herodes della liturgia antica, anche oggi nel salterio nella traduzione italiana:

«…I Magi vanno a Betlem / e la stella li guida: / nella sua luce amica / cercan la vera luce. // Il Figlio dell’Altissimo / s’immerge nel Giordano, / l’Agnello senza macchia / lava le nostre colpe. // Nuovo prodigio, a Cana: / versan vino le anfore, / si arrossano le acque, / mutando la natura / …».

Questa visione teologica e liturgica “tripartita” era ben nota anche al frate minore Antonio di Padova quando nel suo sermone per l’Epifania spiega:

«Questa festa si chiama Epifania, dai termini greci epì, sopra, e fanè, manifestazione, perché come oggi Cristo fu manifestato con il segno della stella. È detta anche Teofania, sempre dai termini greci Theòs, Dio, e fanè, perché come oggi Cristo, passati trent’anni, fu manifestato dalla voce del Padre, e battezzato nel Giordano. È detta anche Bethfania, dal termine ebraico beth, casa, perché, passato un anno dal battesimo, come oggi compì un miracolo divino tra le mura di una casa, ad una festa di nozze» (Sermone dell’Epifania, I,2).

La seconda lettura della liturgia domenicale – tratta dagli Atti degli Apostoli – ci offre la traccia interessante di come l’evento del battesimo predicato da Giovanni e vissuto anche da Gesù di Nazareth sia stato ritenuto da subito dagli apostoli come evento fondamentale della vicenda del nazareno. Pietro – in visita al centurione romano Cornelio al quale Dio si è fatto conoscere in sogno – espone una breve sintesi del vangelo. Il discorso dell’apostolo culmina nell’annuncio della vicenda storica di Gesù di Nazaret, consacrato dal Padre in Spirito Santo e potenza, che passò «beneficando e risanando tutti» (cf. v. 38). Questa buona notizia ha come destinatari tutti gli uomini retti senza distinzione di razza e di cultura (come già presagito nella vicenda dei Magi…, Epifania).

Gesù è colui che è venuto a portare la «buona novella della pace» (v. 36). La sua missione si attua storicamente in Israele, ma è destinata a diffondersi fino agli estremi confini della terra. Dio, infatti, «non fa preferenze di persone» (v. 34). Pietro lo afferma senza ombra di dubbio, poiché il Signore gli ha fatto sperimentare che egli dona il suo Spirito a chiunque lo cerchi con cuore sincero. La storia della salvezza – a cui Pietro si riferisce – prende le mosse dal battesimo predicato da Giovanni, il quale si vide davanti – tra i peccatori – anche Gesù di Nazaret. Fu proprio in quel momento che il Padre consacrò il Figlio investendolo con la forza dello Spirito Santo. Da allora, forte della missione ricevuta, Gesù passò in mezzo agli uomini testimoniando l’amore del Padre con la guarigione dei malati, il perdono e la liberazione di tutti dalla schiavitù del peccato e della morte.

Francesco d’Assisi aveva grande rispetto per l’acqua anche per il suo richiamo al battesimo:

«Dopo il fuoco, l’amore di Francesco andava specialmente all’acqua, simbolo della santa penitenza e tribolazione, che lavano le sporcizie dell’anima; e perché il primo lavacro dell’anima si fa per mezzo dell’acqua battesimale. Quando si lavava le mani, sceglieva un posto così fatto che l’acqua, cadendo, non venisse pesticciata dai piedi» (Specchio di Perfezione, 118 : FF 1818).

 

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ARTICOLO DI: Andrea Vaona

“fr. Andrea Vaona - francescano conventuale, contento di essere frate. Nato sul limitare della laguna veneta, vive in città con il cuore in montagna, ma volentieri trascina il cuore a valle per il servizio ministeriale-pastorale in Basilica del Santo a Padova e con l'OFS regionale del Veneto. Scrive (poco) e legge (molto). Quasi nativo-digitale, ha uno spazio web: frateandrea.blogspot.com per condividere qualche bit e idea.”

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