Domenica 27 novembre 2016, Iª DI AVVENTO
Dal Vangelo
Matteo 24, 37-44
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Dalle Fonti
Regola bollata VII,1-5: FF 93-95
DELLA PENITENZA DA IMPORSI AI FRATI CHE PECCANO
Se alcuni frati, per istigazione del nemico, avranno mortalmente peccato, per quei peccati per i quali sarà stato ordinato tra i frati di ricorrere ai soli ministri provinciali, i predetti frati siano tenuti a ricorrere ad essi quanto prima potranno senza indugio. I ministri poi, se sono sacerdoti, impongano con misericordia ad essi la penitenza; se invece non sono sacerdoti, la facciano imporre da altri sacerdoti dell’Ordine, così come sembrerà più opportuno secondo Dio. E devono guardarsi di non adirarsi né risentirsi per il peccato commesso da un frate, poiché l’ira e il risentimento impediscono in sé e negli altri la carità.
Alla vita
«Tenetevi pronti» (in latino estote parati); queste parole del Vangelo sono diventate il motto saggio di tante realtà educative, tese a formare cittadini e cristiani, disegnandone una fisionomia interessante: persone pronte e capaci di agire, persone sveglie, tese ad attendere qualcuno che si sa bene «chi è» e che – anche se non si sa quando arriva – si sa per certo che verrà. Gesù ha aggiunto anche un po’ di ironia identificando la Sua venuta come quella di un «ladro», sottolineando così la sorpresa, la velocità ed anche… la furbizia. Un piccolo particolare, esegetico, impreziosisce la pagina del Vangelo: mentre ci aspetteremmo – nell’ultimo versetto – un futuro (verrà) abbiamo invece un presente (viene). Gesù è già presente, il cristiano vigilante lo scopre già nella sua vita.
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