Dal primo Capitolo generale alla fondazione delle province

Dal primo Capitolo generale alla fondazione delle province

Nel primo Capitolo Generale, che si tenne occasionalmente il giorno di San Michele, Francesco, a conclusione dei lavori, nell’assegnare le nuove destinazione delle missioni dei frati, espresse per sé la volontà di recarsi in Marocco per annunciare anche a quel popolo così lontano la buona Novella.
Per assolvere a quella ardita missione, Francesco partì ma, giunto in Spagna, nei pressi del Santuario dell’Apostolo Santiago de Compostela, quando era ormai prossimo alla costa e quindi all’imbarco, fu attanagliato da spasmi dolorosi ed invadenti al fegato, allo stomaco e alla milza, sintomi di mali incubati, contratti forse a contatto coi lebbrosi.
Impedito a continuare, svanito come in un miraggio il sogno di portare Cristo nelle aride terre africane, fu costretto, tra mille difficoltà, a intraprendere la strada del ritorno e, giunto che fu alla sua Porziuncola, trovò ad attenderlo, per ricevere dalle sue mani il saio dell’Ordine, un folto gruppo di nobili e di letterati; tra i quali vi erano Elia Coppi da Cortona e l’Abruzzese Tommaso da Celano.
Fuori da quel mondo di pace, che regnava sulla verde piana di Rivotorto, in un più vasto contesto, quegli anni furono teatro di cruenti conflitti religiosi, che, alimentati nella Francia Sud-Occidentale, imperversavano impietosi, espandendosi ovunque si annidavano sette eretiche, sempre più numerose, che minacciavano l’indiscutibile “infallibilità” della Chiesa, a sua volta più che mai determinata alla conquista della Terra Santa.
Innocenzo III, per rinsaldare i cristiani d’ogni luogo all’autorità del Papa, vicario di Cristo sulla Terra, e alla supremazia spirituale e temporale della Chiesa di Roma, convocò il IV Concilio Lateranense, a conclusione del quale, con il canone “Excommunicavimus”, pose a fondamento la lotta senza confini e senza tregua contro gli eretici e i musulmani, considerati i principali nemici della Chiesa. Nella piccola schiera di quelli a cui fu dato privilegio di partecipare ai lavori del Concilio vi era Francesco e, tra i pochi altri, il canonico regolare spagnolo Domenico di Guzman, fondatore dell’Ordine dei “Predicatori”, con il quale Francesco instaurò un profondo rapporto, durato per l’intera esistenza.
Otto mesi dopo il IV Concilio Lateranense, a Perugia, colpito da malaria, morì Innocenzo III.
A pregare sulla salma del Papa, che lo aveva elevato a missionario apostolico, si recò Francesco e lì, in quella calca di potenti regnanti e di alti prelati, c’era anche Giacomo di Vitry, profondo ed ascoltato predicatore delle truppe crociate, sceso a Perugia per essere consacrato Vescovo di San Giovanni d’Acri.
Sulle spoglie di Innocenzo III, dopo solo due giorni di Conclave, il Cardinale Cencio Savelli salì sulla Cattedra di Pietro, col nome di Onorio III. Quindici giorni dopo, tra i suoi primi atti, il Papa approvò l’indulgenza per il popolo di Assisi, richiesta da Francesco, il quale, in una visione mistica presso la Porziuncola, aveva ottenuto direttamente dalla clemenza di Cristo il “Perdono di Assisi”.
Nel mentre Onorio, in continuità con il predecessore, consacrava il suo pontificato al principio del potere universale della Chiesa, le armate cristiane, condotte da Giovanni di Brienne, re di Gerusalemme, e da Andrea III, re di Ungheria, mossero per la quinta crociata.
Nel giorno di Pentecoste, quando la fratellanza si radunò alla Porziuncola per il consueto Capitolo Generale, al quale partecipò, osannato, il canonico Domenico dell’Ordine dei “Predicatori”, dalla Siria giungeva notizia che il primo tentativo dei Crociati di espugnare le Terre di Cristo si era sanguinosamente arenato ai piedi del monte Tabor.
Fu quello un capitolo dove la fratellanza, chiamata a programmare l’espansione delle missioni apostoliche su ogni parte della terra conosciuta, deliberò di dividere il mondo in territori “provinciali”, su ciascuno dei quali eleggere, a guida di un gruppo di frati, senza esserne però sovraordinato, un “ ministro”. Fu fondata la provincia di Gerusalemme, cuore di tutte le province del mondo e lì fu nominato “ministro” frate Elia Coppi; frate Egidio venne inviato in Turchia; frate Giovanni della Cappella andò in Germania, mentre altri frati furono destinati in Spagna e in Ungheria; Francesco scelse per sé la Francia.
(da “Nacque al mondo un Sole” di Nicola Savino/14)

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ARTICOLO DI: Nicola Savino

“Nicola Savino, classe 1953, Sociologo presso la Regione Campania, s’interessa prevalentemente delle dinamiche demografiche e delle politiche attive del lavoro. È autore di numerosi saggi, opere di narrativa e sillogi di poesie. Tra le sue ultime pubblicazioni: Nacque al mondo un Sole (Robin Edizioni, 2011), La Battaglia di Poitiers. La causa santa e l’arte della guerra (Robin Edizioni, 2014); è in coso di stampa La Vendetta della natura e la grande moria, che chiude la trilogia “Flashback sull’Evo di Mezzo”.”

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